Payback sanitario, Pd “Il governo superi questa norma che colpisce iniquamente il Distretto Biomedicale. Il centrodestra di Mirandola dov’è?”

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Il Partito democratico di Mirandola e della Bassa modenese, unitamente al Gruppo consiliare Pd di Mirandola e Pd – Liste Civiche nell’Unione dei Comuni, ha tenuto questa mattina una conferenza stampa sul tema del pesante impatto del cosiddetto payback sul Distretto Biomedicale e sulle conseguenti iniziative politiche assunte per fermare l’applicazione di questa norma definita “iniqua, non strutturale e dall’impatto insostenibile sul nostro sistema produttivo”. Previsto venerdì un incontro sul tema con la giunta e i sindaci dell’Unione Comuni Area Nord.

“Il Pd di Mirandola è a fianco dell’intera filiera del nostro Distretto Biomedicale per fermare il payback sanitario – ha esordito Marco Azzolini, segretario del Pd di Mirandola, in apertura della conferenza stampa – una norma irrazionale, iniqua e dall’impatto insostenibile. Non va lasciato e non lasceremo nulla di intentato per fermarla. È in gioco un intero sistema produttivo d’eccellenza, patrimonio del Paese. Stupisce il silenzio assordante su un tema così importante della Lega e del centrodestra mirandolese. Ci aspetteremmo che questa sia una battaglia comune”.

“Sono tanti i profili di assurdità di questa norma – ha spiegato Roberto Ganzerli, capogruppo del Pd nel Consiglio comunale di Mirandola – Le imprese hanno fatto il loro mestiere, fare ricerca, occupazione, produrre e partecipare alle gare pubbliche per fornire gli ospedali, onorando gli impegni di fornitura cui erano tenuti. Colpirle retroattivamente non ha nulla a che fare con l’efficienza e la sostenibilità del sistema sanitario nazionale. Siamo preoccupati dell’impatto sulle imprese, piccole e grandi: sugli investimenti e sull’occupazione nel distretto, col rischio che scelgano altri paesi”.

“Abbiamo depositato in tutti i Consigli comunali e nel Consiglio dell’Unione una mozione che posiziona e indirizza le istituzioni – rimarca Paolo Negro, capogruppo del Gruppo PD – Liste Civiche nel Consiglio dell’Unione dei Comuni della Bassa Modenese – Con la quale abbiamo chiesto alla Giunta dell’Unione dei Comuni e ai sindaci, di convocare con urgenza un momento di confronto con tutte le organizzazioni economiche  rappresentative del Distretto, unitamente a tutti i parlamentari eletti nel territorio, di tutti gli orientamenti politici. Incontro già convocato per venerdì. Chiediamo alla Regione Emilia-Romagna, che chiede come tutte le Regioni più risorse per finanziare il sistema sanitario pubblico non certo con il payback, che apra a sua volta un tavolo di confronto con la Conferenza Stato – Regioni per agire in modo corale sul governo per archiviare una misura che non ha carattere strutturale. Abbiamo chiesto ai nostri parlamentari di farsi carico del tema, e lo hanno fatto con interrogazioni ed un emendamento alla Finanziaria. Chiediamo al governo di aprire un tavolo di confronto nazionale con il sistema delle imprese e con le Regioni”.

“Il Pd ha chiesto e chiede al Governo di assicurare alle Regioni strutturalmente più risorse per sostenere il sistema sanitario nazionale – rimarca Stefano Vaccari, deputato PD, firmatario con Andrea De Maria dell’emendamento alla finanziaria sul payback per il incalzare il Governo – le risorse che arriverebbero dal payback alle regioni non sono strutturali, sono di dubbia esigibilità oltre che insostenibili per le imprese, mentre è necessario un finanziamento certo, da realizzare attraverso maggiori risorse da destinare al Fondo sanitario nazionale e al rimborso effettivo delle spese Covid 2022, come richiesto da tutte le regioni. Noi terremo il punto: finanziare il sistema sanitario nazionale e archiviare il payback che non è la soluzione”.

“È urgente che il Governo assuma una iniziativa – conclude Andrea De Maria, deputato PD, che ha presentato anche un’interrogazione parlamentare sul tema payback – un’iniziativa condivisa con la Conferenza delle regioni, per scongiurare i rischi a cui è esposto il sistema delle imprese del Biomedicale. Chiediamo si attivi subito un confronto con le organizzazioni di categoria per intervenire con la massima tempestività”