Diritto all’aborto, Belloi “Difendiamo la legge 194 a tutela delle donne”

Modena, slider

La responsabile Politiche di genere e delle famiglie Pd città di Modena Patrizia Belloi esprime preoccupazione per il futuro della legge che garantisce il diritto di aborto: “Dobbiamo difendere i diritti delle donne da una destra reazionaria”. La nota:   

“La si legga testualmente la legge 194, e si ricordi che non ha il fine di invogliare l’interruzione di gravidanza volontaria ma il suo obiettivo primario è la tutela sociale della maternità e la prevenzione dell’interruzione volontaria di gravidanza attraverso la rete dei consultori familiari. Quello che è emerso in questi giorni sui giornali locali sono dati preoccupanti: soprattutto nella parte che attiene alla fotografia di ciò che sembra stia succedendo negli ospedali italiani, ovvero che i medici non obiettori spesso si trovano a fare solo interruzioni volontarie di gravidanza perché non ci sono altri colleghi disponibili. Molti di loro alla fine passano all’obiezione, non per ideologia o convinzioni personali ma solo per poter avere una carriera ‘normale’ e non relegata ad un solo ambito. Ad essere preoccupanti, sono i dati dell’obiezione di coscienza che di fatto sviliscono la legge; infatti in Italia l’esigua presenza o spesso la mancanza di medici non obiettori obbliga le donne a spostarsi di molti chilometri per poter fare un’interruzione di gravidanza. La garanzia del diritto alla salute diffuso viene meno e da molto tempo.

I medici non obiettori faticano quindi a costruirsi una carriera normale, poiché devono assolvere anche il lavoro degli altri che non praticano l’IVG. Com’è ovvio, molti abbandonano proprio per questo motivo, riducendo ulteriormente i diritti delle donne. Il rischio che si corre è il ricorso a soluzioni decisamente pericolose per le donne stesse oppure che si propenda per il privato. Quello che è successo oltreoceano è un campanello d’allarme anche qui: formalmente la legge 194 vale in tutto il Paese, ma ci sono regioni con picchi di obiezione di coscienza che non ne garantiscono la piena e omogenea applicazione. In Umbria il governo di destra, con una delibera regionale, obbliga le donne a tre giorni di ricovero per avere il farmaco RU486, rendendone più difficile l’accesso, soprattutto per donne giovani o in situazioni di fragilità. Dobbiamo, difendere l’aborto libero e sicuro e pretendere la piena attuazione della 194 in tutto il territorio nazionale. Dobbiamo facilitare l’accesso alla contraccezione. Dobbiamo rendere la contraccezione gratuita. Dobbiamo rafforzare l’educazione sessuale, dentro e fuori dalla scuola. Coloro che si dichiarano a favore della vita contro le pratiche dell’IVG sono, stranamente, gli stessi che in questi anni hanno portato avanti la battaglia contro l’educazione sessuale nelle scuole, scomodando lo spettro del gender e contro la concezione gratuita (scelta di cui l’Emilia-Romagna è stata capofila nel Paese). Ma i Paesi che hanno una buona educazione sessuale nelle scuole, dove si parte dalle elementari sono guarda caso i paesi dove si registra il più basso tasso di gravidanze indesiderate. Vediamo con forte preoccupazione l’elezione alla terza carica dello Stato di Lorenzo Fontana che da sempre ha posizioni contro le donne e le loro libertà. Abbiamo tanto lavoro da fare, i diritti non sono mai conquistati per sempre e dobbiamo combattere per la loro piena attuazione”.