Bilancio Mirandola, Ganzerli “Proposto un cambiamento immaginario”

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Roberto Ganzerli, capogruppo Pd Mirandola, critica il bilancio comunale approvato il 21 marzo a cui il Partito democratico ha votato contro: “Si stanno portando avanti politiche che non incidono sulle prospettive di sviluppo della città”. La nota:

 

“Il bilancio 2022 proposto dalla ‘Lega per Salvini premier’, a cui il Pd ha votato contro, sancisce definitivamente uno scollamento fra i fatti e la propaganda e una frattura fra la loro visione politica e culturale di Mirandola e la nostra. Nei fatti, la giunta vive di rendita sui progetti ereditati dal centrosinistra (sono le stesse perfino le politiche fiscali). La propaganda descrive un cambiamento più immaginario che reale e comunque sempre rivolto al passato. La giunta Greco sogna un recupero dello ‘strapaese’, in cui si difende l’ideale della tradizione rurale e paesana contro la modernità e tutto ciò che di negativo ne consegue. La strategia è quella di sommare, anche in maniera casuale e disordinata, un’idea conservatrice della ‘Mirandolesità’. Senza nessuno studio socio economico per giustificare le scelte, l’amministrazione leghista sta agendo guidata da un sentimento di nostalgia: il Liceo Pico deve tornare in centro storico, così come le scuole elementari devono riavere la loro vecchia sede, la circonvallazione riacquistare il vecchio doppio senso il tutto condito dall’uscita improvvida dall’Unione dei Comuni dell’Area Nord perché da soli si sarebbe più efficienti. Poco importa se nel frattempo le esigenze della comunità a 360 gradi sono completamente cambiate. È una scelta legittima, sia chiaro, ma al tempo della mondovisione e della rete, nel contesto della crisi provocata dalla pandemia e dalla guerra, fatto di cui sembra non si siano accorti, può essere bollata solo come un atteggiamento sentimentale a priori, del tutto ideologico perché molto lontano dal poter incidere sulle prospettive di sviluppo della città. Anzi, in una economia aperta come la nostra, rischia di essere perfino un freno e soprattutto una perdita di tempo e uno spreco di risorse. Tutto questo può avere nel breve periodo un consenso elettorale importante perché in tutte le fasi di crisi e di insicurezza il tema dell’identità riemerge più o meno prepotentemente. Ma una politica lungimirante deve andare oltre.

Il cuore del problema è cucire il globale e il locale, capendo i rischi e le potenzialità di questa operazione. Il cuore del problema è riaffermare un ruolo propulsivo e centrale di Mirandola rispetto al suo territorio. Il cuore del problema è difendere e promuovere gli interessi di Mirandola non con l’ottica di un paesone di periferia, ma di una città che sta e deve stare in rete con il mondo. Del resto, anche il cambiamento, quale che sia, non si improvvisa. Ci vogliono tempo e studio, come è successo quando la giunta Benatti ha deciso di portare la biblioteca in centro, realizzare la nuova stazione delle corriere, progettare e ricostruire il Teatro Nuovo, ripensare gli spazi commerciali ed abitativi nel nuovo assetto urbanistico del centro storico, o ancora prima la giunta Costi per quanto riguarda il bosco della cintura urbana, di cui la Lega sembra essersi finalmente innamorata. In questo bilancio l’idea di cosa sarà la Mirandola del futuro non c’è. E ce ne accorgeremo noi e i nostri figli quando in quel futuro ci arriveremo più deboli e impreparati”.