“E’ necessario promuovere azioni strategiche sulla città, al fine di garantire il diritto allo studio, la sicurezza e la salute di studenti e personale universitario all’interno del progetto Modena città universitaria, creando le condizioni affinché gli studenti scelgano di rimanere nella nostra città non appena ci saranno le condizioni per tornare alla didattica in presenza, auspicando che ciò possa avvenire il prima possibile”: la consigliera comunale Pd Federica Venturelli, che sul tema ha presentato diverse interrogazioni, commenta con soddisfazione la firma dell’accordo tra l’Amministrazione comunale e l’Ateneo per “Modena città universitaria”. Ecco la sua nota:
“Condividiamo l’impianto del nuovo documento dove si formalizza, di fatto, il progetto di Modena città universitaria nei suoi rispettivi 12 punti. Nonostante l’emergenza da Covid UNIMORE ha visto un incremento notevole nel numero di immatricolazioni e questo è dovuto all’attrattività dell’offerta formativa del’Ateneo e delle recenti politiche accademiche che hanno permesso di avviare diversi corsi a forte connotazione internazionale. Lo scenario, rispetto alla prima firma del patto del 2017, è, però, fortemente cambiato. Questa emergenza sta ponendo con forza il tema di una necessaria inversione di tendenza rispetto al de-finanziamento progressivo delle università pubbliche a cui abbiamo assistito, a fasi alterne, negli ultimi decenni. Molti sono gli studenti, fuori sede e non, che hanno dovuto rinunciare al lavoro e si sono ritrovati a gravare sulle proprie famiglie, alcune già segnate dalla crisi. Le misure di sostegno economico in questa difficile situazione sono fondamentali per garantire l’accesso al diritto allo studio a tutti e a tutte. In Emilia-Romagna si deve continuare a garantire le borse di studio a tutti quelli che ne avevano diritto e ad assicurare che non ci siano idonei non beneficiari. Per questi motivi la firma al patto Modena città universitaria ha un valore ancora più importante perché occorre rilanciare il progetto, con ancora più forza e ambizione, garantendo un vero e proprio welfare studentesco per rendere Modena non più una città con un’università ma una vera e propria città universitaria. Il progetto deve diventare asse strategico delle politiche di sviluppo economico e sociale per l’intera città e significa che occorre innervare di questo obiettivo tutti servizi che ruotano attorno alle esigenze degli studenti: va ripensato il modo di intendere gli spazi aggregativi, la mobilità, gli alloggi, riqualificare l’esistente, ragionando con progettualità a lungo termine, per rendere la città a misura di studente, e coinvolgendo in maniera permanente le associazioni studentesche. La presenza dell’Università di Modena e Reggio Emilia e la popolazione studentesca rappresentano il motore per la crescita e lo sviluppo della nostra città. Per questo motivo, è necessario promuovere azioni strategiche sulla città, al fine di garantire il diritto allo studio, la sicurezza e la salute di studenti e personale universitario all’interno del progetto Modena città universitaria, creando le condizioni affinché gli studenti scelgano di rimanere nella nostra città non appena ci saranno le condizioni per tornare alla didattica in presenza, auspicando che ciò possa avvenire il prima possibile”.