Mirandola, Lucia Bursi ed Elena Gazzotti “Gesto ignobile”

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Il segretario provinciale del Pd Lucia Bursi e la responsabile Diritti e Integrazione della Segreteria provinciale del Pd Elena Gazzotti esprimono solidarietà al commerciante arabo di Mirandola, il cui negozio è stato preso ignobilmente di mira nella notte da ignoti che, dopo aver appiccato il fuoco, hanno lascito scritte inneggianti al nazismo. Ecco la loro dichiarazione:

“Anche il partito modenese si associa alla solidarietà già espressa dal partito locale al commerciante, il cui negozio è stato danneggiato, e alla sua famiglia – dice il segretario provinciale del Pd Lucia Bursi – Si tratta di un gesto ignobile e vigliacco, che non rispecchia il comune sentire della comunità mirandolese. Si tratta anche di un gesto grave, per il significato ideologico che i suoi autori hanno voluto attribuirgli. Disegnare sull’asfalto, davanti all’entrata del negozio, una svastica significa riproporre simboli di una ideologia che ha seminato morte, violenza e sopraffazione in tutta Europa. La nostra comunità ha sempre combattuto e continuerà a combattere per i valori di uguaglianza, libertà e giustizia professati nella nostra Costituzione. Evidentemente il sindaco di Mirandola Maino Benatti, con la decisione di negare l’occupazione di suolo pubblico a un banchetto della formazione neo-fascista Forza Nuova, ha avuto sentore di un particolare clima del suo territorio. Si tratta di segnali gravissimi che non possono essere minimizzati”.

“In un mondo che diventa sempre più globale – continua la responsabile Diritti e Immigrazione della Segreteria provinciale del Pd Elena Gazzotti – l’unica strada percorribile è quella della integrazione. Chi ha preso di mira il negozio di macelleria di via Verdi, a Mirandola, ha voluto colpire una persona che lavora, che, con il suo esercizio commerciale, sta cercando l’inclusione. Tante persone come lui contribuiscono a costruire la ricchezza e sostenere il welfare della nostra provincia. Siamo fermamente convinti che il percorso da seguire non sia e non debba essere quello di chi divide la città con atteggiamenti discriminatori e violenti, puntando il dito sulle caratteristiche identitarie delle persone: ma quello di una convivenza all’insegna dei diritti e dei doveri, del rispetto reciproco e del confronto per affrontare i problemi di oggi e costruire insieme il nostro futuro”.