Proliferazione voucher, Baruffi “Serve una modifica più radicale”

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Continua il pressing dei componenti Pd della Commissione Lavoro della Camera sul tema dell’esplosione del ricorso ai voucher. Oggi il ministro Poletti è venuto in Aula a rispondere a un’interrogazione a firma dei componenti della Commissione Lavoro, compreso il deputato modenese del Pd Davide Baruffi. “Ci siamo dichiarati parzialmente soddisfatti della risposta del Governo – spiega Baruffi –Condividiamo, infatti, l’intenzione di continuare a tenere monitorato il fenomeno come la volontà di rendere più tracciabile l’utilizzo dei buoni, ma occorre, a nostro parere, una modifica più radicale che ponga rimedio alla deregolamentazione dello strumento”.

Dopo l’interrogazione al Governo in Commissione, i componenti Pd della Commissione Lavoro della Camera hanno interrogato il Governo sul tema dell’impennata dei voucher anche in Aula. “Quando presentammo l’interrogazione in Commissione – spiega il deputato modenese del Pd Davide Baruffi, componente della Commissione Lavoro – avevamo i dati relativi ai primi 11 mesi del 2015, ora l’Inps ha fornito il dato definitivo. Lo scorso anno c’è stato ricorso al lavoro accessorio pari a 115 milioni di buoni venduti. Quando fu introdotto, nel 2008, era di 500mila: in pochi anni una crescita di 230 volte! Come si concilia questa vera e propria impennata, con l’obiettivo, a più riprese, ribadito dal Governo, di stabilizzazione del lavoro?”. Nella sua risposta, il ministro Poletti ha confermato che il Governo, consapevole del problema, sta monitorando attentamente il fenomeno e, a giorni, sarà in grado di presentare un report redatto in collaborazione con l’Inps che ne fotografa, in maniera approfondita, tutti gli aspetti. L’impennata si sarebbe registrata in particolare a partire dal 2012, quando, ministro del lavoro Elsa Fornero, fu ampliato l’ambito di applicazione del cosiddetto “lavoro accessorio”. Il Governo Renzi, infatti, è intervenuto solo per incrementare la quota economica che può percepire il singolo lavoratore, che da 5mila euro è passata a 7mila. “L’aspetto più interessante per inquadrare il problema – continua Davide Baruffi – è quello relativo agli ambiti dove maggiormente è cresciuto il ricorso ai voucher. Il report sarà più preciso, ma l’esplosione dell’utilizzo è avvenuta sostanzialmente in tre settori – commercio, servizi e turismo – in cui, come anticipato dal ministro, più spesso troviamo lavoratori già impiegati dall’azienda in precedenza come dipendenti e che poi vengono richiamati al lavoro utilizzando questa formula. L’impressione è che i voucher stiano quindi cannibalizzando lavoro “buono” più di quanto non facciano emergere il sommerso. E i lavoratori interessati non sono solo giovanissimi che intendono arrotondare la “paghetta”, ma si tratta in prevalenza di giovani under 35, la cui stabilità lavorativa viene, in questo modo, ancor più precarizzata, come più povera diventa la loro futura pensione. I voucher, infatti, prevedono un contributo previdenziale molto ridotto rispetto a tutte le altre formule contrattuali”. Il Governo, poi, nella sua risposta ha anche annunciato l’intenzione di correggere il decreto attuativo del Jobs Act solo sul fronte del corretto utilizzo dei voucher da parte dell’imprenditore, rafforzando l’aspetto della loro tracciabilità. “Va bene il monitoraggio del fenomeno – conclude l’on. Baruffi – va bene il report complessivo, bene anche la maggiore tracciabilità, ma noi pensiamo che occorra intervenire anche con una modifica più radicale. Il 2016 si sta aprendo con ulteriori cifre da record: a gennaio assistiamo a un +36,4% sullo stesso mese del 2015. Non è un fenomeno in assestamento ma la rottura di una diga e, come tale, non è riparabile con la semplice manutenzione. Occorre ricostruire gli ambiti di utilizzo e la platea degli utilizzatori se non vogliamo devastare il mercato del lavoro proprio nel momento in cui gli incentivi alla stabilizzazione stanno dando buoni risultati”.