Aemilia, Pini “Bene risposta ministro, ma si può fare di più con Regione”

Dai parlamentari

Ieri il ministero della Giustizia ha risposto all’interrogazione presentata dalla deputata modenese del Pd Giuditta Pini sulla sede del processo Aemilia. «Una risposta che mi lascia abbastanza soddisfatta – precisa la parlamentare modenese – anche se il percorso del processo sarà ancora lungo.» Ecco la sua dichiarazione:

“Come anche il sottosegretario ha più volte ricordato nella sua risposta, per mantenere sul territorio emiliano-romagnolo le udienze del processo Aemilia, vi è stato un virtuoso rapporto tra Amministrazione giudiziaria, Ministero della Giustizia e Presidenza della Regione Emilia-Romagna. Un risultato non scontato, visti i ripetuti allarmi lanciati dagli addetti ai lavori riguardo l’eventuale impossibilità di svolgere appunto il processo in una sede interna al territorio regionale, date le dimensioni che, non solo le udienze preliminari ma in particolare queste, avrebbero potuto assumere in termini di presenze in aula. Per questo va dato atto alla Regione di essersi spesa, anche in termini economici con l’immediato stanziamento di 748mila euro per l’affitto del padiglione 19 della Fiera di Bologna, unica sede giudicata sufficientemente capiente per ospitare appunto le udienze preliminari al processo. Affitto che scadrà però alla fine di questo mese, rendendo necessario, come approvato dalla scorsa riunione di Giunta, un secondo stanziamento di altri 450mila euro, questa volta in favore del Comune di Reggio Emilia, per fare in modo che si potesse svolgere il seguito del processo all’interno di una aula bunker idonea.
Ritengo che, anche alla luce delle novità introdotte dall’articolo 38 della Legge di stabilità del 2015 che, finalmente, porta a carico dello Stato le spese per l’allestimento delle sedi giudiziarie e dei relativi oneri di gestione, quelle risorse potranno essere restituite a chi le ha anticipate, proseguendo così lungo la linea della proficua collaborazione tra le Amministrazioni intrapresa fino ad ora. Risorse che l’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna potrà investire in attività formative per i cittadini emiliano-romagnoli, per allargare la conoscenza del fenomeno mafioso, per diffondere la cultura della legalità e della lotta contro l’omertà. Perché se era importante riuscire a svolgere il processo Aemilia nel territorio regionale, per mantenere altissima l’attenzione della cittadinanza su un tema così delicato, altrettanto importante sarà non spegnere i riflettori su questo fenomeno una volta concluso questo procedimento.”