Inalca, Baruffi “Già inoltrata segnalazione al ministro del Lavoro”

Dai parlamentari

«Raccogliendo come già fatto nei mesi scorsi la preoccupazione dei sindacati, ho provveduto ad inoltrare una nuova segnalazione al Ministero affinché i contenuti di questa operazione specifica siano appurati, stante l’impegno che il Governo si era già assunto rispondendo ad una mia prima interrogazione in Commissione Lavoro: quello appunto di vigilare con la massima attenzione e a tutti i livelli perché situazioni irregolari non avessero a prodursi.» Il deputato modenese del Pd Davide Baruffi assicura il suo impegno sul caso dei dipendenti collegati all’azienda Inalca, dopo l’allarme lanciato dai sindacati. Ecco la sua dichiarazione:

“Apprendiamo dalle organizzazioni sindacali come in queste ore starebbe evolvendo la situazione dell’azienda modenese Inalca. I 900 lavoratori a suo tempo dipendenti delle cooperative Euro 2000 e King Service, licenziati e poi riassunti con contratti a termine dall’Agenzia per il lavoro Trenkwalder, potrebbero passare ora in Ges.Car., riassunti con un contratto a tempo indeterminato, e lavorare senza soluzione di continuità per Inalca stessa. Apprendiamo anche come gli amministratori e i dirigenti delle due società sarebbero le medesime persone. Non spetta certo a me giudicare né stabilire la correttezza o meno degli atti posti in essere dai richiamati soggetti. Ricordo che, proprio a partire da questa vicenda, circa sei mesi fa, per fare luce più in generale su possibili abusi ed elusioni delle norme sulla decontribuzione negli appalti, presentammo come Pd un’interrogazione urgente a mia prima firma al ministro del Lavoro. Il Ministero diramò contestualmente una circolare alle Direzioni territoriali del lavoro in cui si segnalava il sospetto di “comportamenti volti alla precostituzione artificiosa delle condizioni per poter godere del beneficio previsto dalla legge di stabilità”, vale a dire la piena decontribuzione fino a 8.060 euro, per tre anni, per ogni persona assunta con contratto a tempo indeterminato. Ricordiamo che il Ministero faceva allora riferimento ad “imprese committenti che disdettano contratti di appalto che interessano lavoratori i quali, trascorso un periodo di almeno sei mesi in cui continuano a prestare la medesima attività attraverso un contratto di somministrazione, vengono di nuovo assunti a tempo indeterminato da una terza impresa appaltatrice, talvolta costituita appositamente, che può così godere dei benefici introdotti dalla legge e garantire al committente notevoli risparmi”. In modo non equivocabile, concludeva il Ministero, “si tratta di una condotta irregolare ed elusiva, che viola i principi contenuti nella stessa legge di stabilità”. Raccogliendo come già fatto nei mesi scorsi la preoccupazione dei sindacati, ho provveduto, insieme alle colleghe Antonella Incerti e Patrizia Maestri, ad inoltrare una nuova segnalazione al Ministero affinché i contenuti di questa operazione specifica siano appurati, stante l’impegno che il Governo si era già assunto rispondendo ad una mia prima interrogazione in Commissione Lavoro: quello appunto di vigilare con la massima attenzione e a tutti i livelli perché situazioni irregolari non avessero a prodursi. E’ quanto ho già fatto in queste ore segnalando personalmente il caso al ministro Poletti, riservandomi naturalmente di adire agli strumenti di sindacato ispettivo propri dell’attività parlamentare.

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