Volontariato, Patriarca “Chi dona il proprio tempo è più ottimista”

Dai parlamentari

C’è anche il deputato modenese del Pd Edoardo Patriarca, presidente del Centro nazionale del volontariato, tra i relatori del convegno nazionale dal titolo “Il volontariato italiano. Un popolo che si impegna per una società più coesa” che si terrà a Modena, giovedì 22 ottobre, all’auditorium del Centro Famiglia di Nazareth, alle ore 17.00. Nel corso dell’incontro – a cui parteciperanno tra gli altri anche l’arcivescovo di Modena e Nonantola Don Erio Castellucci, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli – saranno presentati i risultati di uno studio condotto dalla Fondazione Volontariato e Partecipazione in collaborazione con il Banco Popolare per tracciare una sorta di identikit del volontario medio. Ecco la dichiarazione di Edoardo Patriarca:

“Se lo stereotipo dell’italiano medio non è certo lusinghiero per i nostri conterranei, l’identikit del volontario medio che esce da questa ricerca è senz’altro positivo. Il volontario è mediamente una persona istruita, in salute, con una propria stabilità economica e lavorativa, non solo più soddisfatto della propria vita, ma anche più ottimista rispetto al futuro. Insomma si potrebbe dire che fare il volontario fa bene non solo agli altri, ma anche a se stessi. I volontari che svolgono la propria attività all’interno di associazioni di volontariato sono, nel nostro Paese, circa un milione e 700mila persone, più del 3% della popolazione con almeno 14 anni. Ci si avvicina al volontariato o da molto giovani o da più maturi, quando si è trovata una stabilità lavorativa e familiare che consente di dedicare parte del proprio tempo anche agli altri. Più di un terzo dei volontari presta la propria attività in organizzazioni che operano nella sanità, seguono l’assistenza sociale e la protezione civile e poi le attività ricreative e culturali. La media più alta di volontari si registra nei piccoli centri piuttosto che nelle metropoli, al Nord e al Centro piuttosto che al Sud del Paese. Chi sceglie di dedicare parte del proprio tempo al volontariato è mediamente più istruito e attrezzato culturalmente rispetto a chi non fa questa scelta. Il risultato, però, più soddisfacente di questa ricerca rimane quello legato a quanto faccia “stare bene” fare il volontario. Solo l’1% dei volontari ritiene che l’attività di volontariato non abbia apportato vantaggi alla sua vita o che ci siano più svantaggi che vantaggi, mentre più della metà si sente meglio con se stesso. Insomma, secondo questa ricerca, chi fa il volontario è più dedito ai consumi culturali, più interessato ai problemi politici e sociali, più soddisfatto della propria vita e più ottimista per il futuro. Non solo, insomma, è capace di migliorare la vita degli altri, ma anche la propria. Miglior viatico per chi si accinge a entrare in questo mondo, non potevamo trovarlo”.