Pensioni, Baruffi “In agosto restituiti ai pensionati 2,2 miliardi di euro”

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E’ iniziato, da parte dell’assemblea di Montecitorio, l’esame del decreto 65/2015, varato dal Governo a seguito della recente sentenza della Consulta che aveva sancito l’incostituzionalità del mancato adeguamento delle pensioni per gli anni 2012 e 2013. Tra le altre norme contenute nel provvedimento quella che rifinanzia gli ammortizzatori sociali e l’unificazione al 1° di ogni mese della data per il pagamento di tutti gli assegni pensionistici. Per il Pd, nella discussione generale, è intervenuto il deputato modenese Davide Baruffi, componente della Commissione lavoro. Ecco la sua dichiarazione:

“Si tratta di un provvedimento complessivamente positivo che risponde in modo tempestivo, equo e sostenibile – ancorché parziale – alla sentenza della Corte costituzionale. Il 1° di agosto 2,2 miliardi di euro saranno restituiti ai pensionati che hanno assegni compresi tra le tre e le sei volte il minimo (quelli inferiori non avevano subito alcun blocco, mentre quelli superiori alle sei volte resteranno comunque fermi), dando di più alle pensioni più basse e di meno a quelle più alte. Per parte nostra eravamo già intervenuti, senza attendere la Corte, con la legge di stabilità del 2014, prevedendo una rivalutazione piena per tutti i trattamenti fino a quattro volte il minimo e in ogni caso una parziale indicizzazione di quelli fino a sei volte il minimo. Ora si restituiscono ai pensionati anche gli arretrati del 2012 e 2013. Non meno importante, sempre in questo decreto, è il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali: oltre un miliardo di euro per la cassa in deroga e 290 milioni di euro in più per i contratti di solidarietà di tipo A e di tipo B. La riforma del mercato del lavoro sta procedendo nei tempi previsti, ma non c’è dubbio che, prima di abbandonare gli strumenti presenti, bisogna esser certi che quelli nuovi siano pronti. Gli ultimi quattro decreti attuativi del Jobs act sono all’esame del Parlamento e tra questi ci sono la riforma degli ammortizzatori sociali e quella delle politiche attive. Un quadro non ancora completato, dunque. Bene, quindi, il rifinanziamento della cassa in deroga e dei contratti di solidarietà che, in questo momento, rappresentano risposte certe a bisogni urgenti. Questa manovra, pur significativa, non destabilizza i conti pubblici: restituiamo risorse ai pensionati e rifinanziamo gli ammortizzatori per imprese e lavoratori senza chiedere altri sacrifici”.

(fonte fotografia: www.investireoggi.it)