Ghizzoni “Senza dottorandi non c’è ricerca: così muore l’università”

Dai parlamentari

Manuela Ghizzoni, deputata modenese del Pd e componente della Commissione Cultura, ha partecipato, in mattinata, a Roma alla conferenza stampa, di presentazione della quinta indagine ADI, l’Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani, sulla situazione e le prospettive che il nostro sistema universitario offre ai giovani ricercatori. Manuela Ghizzoni è, tra l’altro, la prima firmataria di una proposta di legge che stabilisce l’abolizione della tassazione universitaria per i dottorandi. Ecco la dichiarazione della deputata Pd:

“L’Italia investe molto poco, rispetto a tutti gli standard internazionali, in risorse finanziarie e in misure di sostegno per università e ricerca, in particolare in quello che è il luogo di formazione dei nuovi ricercatori, i dottorati di ricerca. La situazione è andata peggiorando negli ultimi anni, quando la crisi economica ha costretto a pesanti tagli. E’ ciò che ancora una volta emerge con chiarezza dall’indagine curata dall’ADI. Ritengo prezioso il lavoro, interamente volontario ma fortemente motivato, che quest’associazione di giovani ricercatori, supplendo alla preoccupante assenza delle istituzioni, svolge da anni. Sono analisi accurate e intelligenti, utili a comprendere la situazione dei dottorati e, più in generale, a denunciare la gravità del fenomeno del precariato universitario. Quando i posti di dottorato si sono dimezzati in due anni, quando i costi ricadono sulle università molte delle quali hanno dovuto aumentare la tassazione a carico dei dottorandi, quando quasi solamente gli atenei statali si fanno carico di formare nuovi ricercatori, quando si aggrava drammaticamente anche in questo settore il divario tra centro-nord e sud del Paese, rimane ben poco da aggiungere a quanto denunciato dall’ADI. Temo che, oltre alla polarizzazione di natura geografica, se ne stia verificando un’altra altrettanto pericolosa di natura culturale. Discipline che sono state e sono punti di forza della nostra cultura potrebbero essere cancellate. Val la pena ripetere che la sola strada per rilanciare l’economia è quella di investire in innovazione e ricerca in ogni campo. Senza giovani muore la ricerca, senza ricerca muore l’università, senza università muore un Paese. Occorre cambiare subito strada, anche cominciando da misure limitate, compatibili con il bilancio dello Stato. Ecco perché ho proposto con altri parlamentari di rivedere profondamente la tassazione universitaria per renderla più equa rispetto alle condizioni economiche delle famiglie e, in questo quadro, di cancellare ogni forma di tassazione per i dottorandi in modo da incentivare, in applicazione della Costituzione, il raggiungimento del più alto grado degli studi”.

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