Vicenda Titan, Palma Costi “Lettera aperta al ministro Poletti”

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Palma Costi, candidata Pd a consigliere regionale ha scritto una lettera al ministro del Lavoro Giuliano Poletti sulla vertenza dell’azienda Titan di Crespellano.

“Gentile Ministro, partiamo dalla realtà. Misuriamo la riforma del mercato del lavoro sulla vicenda Titan di Crespellano (Bo) – così inizia la lettera che Palma Costi, candidata a consigliere regionale ha scritto al Ministro del lavoro Giuliano Poletti – Il governo con la riforma del mercato del lavoro vuole spostare le tutele dal “posto di lavoro” al lavoratore come persona da tutelare “nel” mercato del lavoro, il che significa “avere tutele” ma per “avere un lavoro”. Ora – sostiene la Costi – abbiamo una multinazionale che ha aperto una procedura di mobilità per 186 lavoratori, con un attounilaterale, particolarmente grave e pesante per una comunità regionale già in difficoltà sul fronte occupazionale e per il rischio di veder ulteriormente diminuita la propria base produttiva manifatturiera. Una procedura di mobilità, sembra di capire, che potrà contemplare l’attenuazione degli esuberi, ma che ad oggi prevede: 56 lavoratori nello stabilimento di Crespellano per progettazione, amministrazione e parziale produzione; 62 lavoratori che dovrebbero essere spostati nello stabilimento di Finale Emilia (Mo), e 68 lavoratori dichiarati in esubero. Come istituzioni – scrive la Presidente uscente dell’Assemblea Legislativa Regione Emilia-Romagna – abbiamo il dovere di evitare qualsiasi depauperamento dello stabilimento produttivo di Crespellano, mettendo in campo proposte regionali e nazionali per essere coerenti con il nostro obiettivo di mantenere e creare posti di lavoro (già convocato tavolo di crisi da parte dell’Assessore Vecchi). Ma nel caso ultimo – che, ripeto, dobbiamo evitare in tutti i modi – in cui la multinazionale decidesse ugualmente di procedere, occorrono fatti concreti. Bisogna innanzitutto garantire ai lavoratori spostati su Finale Emilia, un orario adeguato e la copertura della spese di trasferimento e soprattutto, occorre pensare ai 68 lavoratori in esubero. Non solo quindi attivare le procedure per la cassa integrazione ma mettere in campo azioni utili alla ricerca attiva di altri posti di lavoro in tempi brevissimi, anche con un percorso mirato di formazione professionale. In coerenza ai principi della recente riforma del mercato del lavoro credo sia decisivo sperimentare un accordo di concreta “politica attiva del lavoro”, che veda Governo, centri per l’impiego, sistema delle imprese, sindacati, Regione, Provincia e Comune uniti per la ricollocazione in tempi brevi e certi di tutti i lavoratori e le lavoratrici. Il tutto accompagnato da una puntuale ricognizione di quante (e quali) risorse e altri eventuali strumenti una tale operazione necessita, chiedendo su questo l’impegno puntuale del Governo. Potrebbe nascere una sperimentazione concreta ed efficace, da riprodurre su scala regionale e nazionale. Credo sia questa la vera proposta utile: un posto di lavoro certo per i lavoratori in esubero. In caso contrario – conclude la candidata al consiglio regionale – capirei il no dei lavoratori e dei sindacati!’