Vandelli “I giovani non demordono, cercano di resistere e di adattarsi”

Elezioni regionali

“I giovani non sono rassegnati, cercano di reagire come possono: mettono in campo strategie per fronteggiare la crisi in attesa di tempi migliori”: la candidata Pd al Consiglio regionale Annalisa Vandelli commenta i dati sulla disoccupazione giovanile diffusi dalla Caritas e dall’Istituto Toniolo. Ecco la sua dichiarazione:

“Un samburu, cioè un nomade kenyano, un giorno mi ha detto che le persone sono come un gregge: si spostano in cerca dell’erba”. Comincia da qui la riflessione di Annalisa Vandelli, candidata alle regionali nelle liste del Pd, in merito ai dati diffusi dal recente rapporto sulle migrazioni della Caritas. Stando alla ricerca, il numero dei migranti italiani in uscita dal nostro Paese è superiore a quello degli stranieri in entrata. L’erba insomma viene cercata altrove e quasi il 50% dei giovani italiani si dichiara pronto ad andare all’estero per migliorare le proprie opportunità di lavoro.

Che la disponibilità di erba, dunque sostentamento e lavoro, sia in calo nel nostro Paese è evidenziato anche dal “Rapporto Giovani” realizzato dall’Istituto Toniolo. In questo caso si sottolinea come la disoccupazione giovanile ha raggiunto negli ultimi mesi livelli record. L’Italia è tra i Paesi europei con più basso tasso di occupazione giovanile e più elevata quota di Neet, ovvero di under 30 che non studiano, non lavorano e nemmeno cercano più di farlo.

“I giovani però non sono rassegnati, cercano di reagire come possono – commenta ancora Annalisa Vandelli – Essi mettono in campo strategie per fronteggiare la crisi in attesa di tempi migliori”. Occorre inoltre tenere presente che la maggior parte dei fine rapporto avviene per mancato rinnovo del contratto anziché per abbandono e che solo il 20% è pienamente soddisfatto dell’attuale impiego. Una quota molto alta, pari al 47%, si adatta a svolgere un’attività che non è coerente con il proprio percorso di studi. “Non abbiamo insomma a che fare con giovani fannulloni, ma con persone a cui bisogna trovare nuove vie. Se crediamo all’Istituto Toniolo non abbiamo più alibi, perché non possiamo più scaricare tutte le colpe sui giovani che vanno a lesinare l’erba accumulata nel fienile dai genitori e dalle passate generazioni” aggiunge Vandelli.