Elezioni, Palma Costi “Lavoro: confronto sì, lo scontro no”

Elezioni regionali

La candidata al Consiglio regionale Palma Costi prende posizione sulle cariche della polizia durante il corteo degli operai delle Acciaierie di Terni: “I lavoratori non si manganellano – dice – le persone che scendono in piazza per difendere il posto di lavoro vanno ascoltate. Ecco la dichiarazione di Palma Costi:

 

Il confronto sì, lo scontro no. Il confronto, perché la politica deve saper trovare le soluzioni ai problemi concreti, misurandosi con essi, vivendo la realtà di cittadini, lavoratori, imprese. Lo scontro no, e deve essere chiara una cosa: i lavoratori non si manganellano, le persone che scendono in piazza per difendere il posto di lavoro vanno ascoltate. La politica deve saper trovare le giuste contromisure. Anche di fronte a multinazionali che scelgono di investire in altri Paesi abbandonando realtà produttive italiane che sono autentici patrimoni, filiere di conoscenza e professionalità. Ma possiamo permetterci oggi, in piena crisi, di veder chiudere stabilimenti e realtà aziendali dagli indici economici positivi, imprese di primo piano nei loro comparti industriali? La risposta è scontata: no. E il confronto all’interno del mio partito, il Pd, non può diventare scontro, né può trascendere in rissa il rapporto fra Governo e sindacato. Altrimenti la politica diventa solo parole, dialettica sterile, a volte pericolosa, Dentro un gioco di accuse e provocazioni reciproche. Rimangono sul campo le persone e i loro progetti di vita. E le soluzioni? Le risposte ai tanti problemi, dal lavoro allo sviluppo? Dove sono? Andare oltre lo scontro: qui, in Emilia-Romagna, nei nostri territori, esempi concreti di come fare ne abbiamo, a partire dalla gestione del post sisma: insieme – istituzioni, enti locali, cittadini, associazioni socio-economiche – abbiamo lavorato alle normative e alle procedure necessarie per l’emergenza, i risarcimenti e la ricostruzione, riempiendo un vuoto normativo che tuttora persiste a livello nazionale; e insieme abbiamo portato avanti il confronto con il Governo sulle risorse e gli strumenti che servivano (e che servono). Insieme, appunto per una nuova rappresentanza a partire dai bisogni di persone, cittadini, aziende, associazioni. E non è un caso se in questo contesto le aziende del biomedicale, messe in ginocchio dal terremoto del 2012, non si siano mai fermate e oggi conquistino il mercato anche con nuovi prodotti, spuntando commesse in tutto il mondo . E appunto, parliamo di imprese e lavoro: nel pieno della discussione sulla riforma del mercato del lavoro, l’Emilia viene citata sui giornali e nel dibattito pubblico come esempio di pragmatismo e vitalità, terra nella quale il sindacato firma lo storico accordo con l’Audi per la Ducati (200 milioni di investimenti sbloccati in cambio di una organizzazione del lavoro tarata su tutti i 7 giorni della settimana, 24 ore su 24); o dove la Philip Morris investe 500 milioni per costruire uno stabilimento nuovo a Crespellano (600 posti di lavoro). Ma di accordi innovativi con le parti sociali ne sono stati siglati alla Lamborghini, alla Yoox e in altre aziende, per non dire dell’accordo sul welfare aziendale firmato da Unindustria Bologna. Ed era la fine del 2011 quando la nostra Regione sottoscrisse con enti locali, imprese e sindacati il Patto per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, proprio per costruire – insieme – le condizioni per tornare a crescere e farlo nella direzione giusta, nel rispetto delle persone e della valorizzazione delle loro capacità. La politica ritrovi senso di responsabilità e ritroverà anche l’autorevolezza. Un altro modo è possibile, e noi in Emilia-Romagna ne siamo la prova.