Aree protette, sen. Vaccari “Aggiorniamo una legge già buona”

Dai parlamentari

Tra le riforme che il Senato è impegnato a discutere, in queste settimane, c’è quella della legge sulle aree protette (n. 394 nel 1991) che ha istituito i parchi nazionali, quelli regionali e le aree marine protette. “Una legge importante – conferma il senatore modenese del Pd Stefano Vaccari, componente della Commissione Ambiente di Palazzo Madama – che ha bisogno di un aggiornamento per migliorare ulteriormente la normativa, adeguandola alle regole europee”.

Sono 23 i parchi nazionali e 134 i parchi regionali creati in questi anni grazie a quanto disposto dall’apposita legge del 1991: la loro istituzione è servita a difendere l’integrità del patrimonio naturale ma anche storico e ambientale del nostro Paese. Ora però è tempo di aggiornare la normativa, adeguandola a quella europea: è quello su cui si sta lavorando, in queste settimane, in Commissione Ambiente del Senato. Al di là dei cambiamenti previsti per rendere più condivisa tra Ministero e Regioni la nomina dei Presidenti dei parchi nazionali, stabilire il limite di due mandati, ridurre le indennità e garantire che i direttori abbiano professionalità specifiche per il ruolo che svolgeranno, ci sono almeno tre importanti innovazioni. “Innanzitutto – spiega il senatore modenese del Pd Stefano Vaccari, componente della Commissione Ambiente di Palazzo Madama – si regolamenta il rapporto tra i parchi e le attività economiche o di servitù che insistono nel loro territorio. L’idea è quella di prevedere delle royalty definite per tipologia di attività garantendo che il 70% degli introiti restino al parco e il 30% vada invece ad alimentare un fondo, istituito dal Ministero, per finanziare progetti e iniziative di valorizzazione nei parchi nazionali. Oltre a ciò noi proponiamo che un fondo analogo si costituisca anche nelle Regioni per garantire una ulteriore forma di finanziamento dei parchi regionali viste le difficoltà in cui versano, data l’esiguità dei fondi a disposizione”. Un’altra innovazione riguarda la caccia. Con il nuovo testo si chiarisce che la caccia nelle aree protette è vietata. Sarà possibile solo con l’autorizzazione di ISPRA (Istituto Superiore per la Prevenzione e la Ricerca Ambientale) prevedere la caccia per la selezione della fauna, così come già accade da anni nel nostro territorio. Infine, la proposta di modifica garantisce la possibilità per gli Enti Parco di prevedere nel proprio piano anche la definizione di vincoli e salvaguardie per le aree contigue. Si consente cioè al Parco di esprimersi su qualunque intervento costruttivo o infrastrutturale nelle aree confinanti per semplificare il rapporto con i residenti e le imprese e salvaguardare la fauna, e la vivibilità e l’integrità del parco. “Nella discussione parlamentare sarà possibile intervenire ulteriormente sul testo – conclude Vaccari – ma già oggi possiamo dire che su governance, aree contigue, finanziamenti e caccia stiamo migliorando una legge già peraltro buona”.