Da quando cinque anni fa lanciammo con altre federazioni emiliane e romagnole il sito che per lungo tempo ha ben raccontato i passaggi che hanno segnato la vita del Partito democratico modenese, il web è profondamente cambiato. Anche se allora Facebook aveva già ampiamente iniziato la sua scalata al successo, era ben lontano dall’essere quello che è oggi: il sito più visitato al mondo superando perfino Google; Twitter era appena agli esordi; Instagram ancora nei meandri delle menti dei suoi sviluppatori. Insomma Internet, anche se già avviatosi nella cosiddetta stagione del web 2.0 – il web dinamico, partecipativo, interattivo, come superamento al web statico della pagine piazzate online come belle brochure da sfogliare – non era ancora pienamente entrato nell’era dei social network, quell’immensa struttura che ci ha connessi in un‘unica piattaforma, un’unica rete sociale che ci aggancia a milioni, miliardi, l’un l’altro.Così come, sempre in quel lontano 2008, l’IPad non era ancora arrivato a rivoluzionare il mondo dei tablet e gli smartphone erano diffusi solo tra pochi (in relazione ai numeri di oggi) appassionati.
Questa lunga premessa per dire che cinque anni nel web sono un’era geologica. Che il modo di comunicare delle persone, i mezzi e gli strumenti con cui lo fanno, sono profondamente cambiati. Prenderne atto, cercare di coglierne positivamente le potenzialità, diventa essenziale per “fare politica” oggi. Ma qui non mi si fraintenda: nessuno nega il valore delle buone idee, dei progetti, delle proposte per realizzare un presente e un futuro di benessere e sviluppo per tutti, che sono, oggi come sempre, l’essenza stessa della buona politica. Anche senza scomodare la celebre espressione del sociologo Marshall McLuhan, “il medium è il messaggio”, per cui la struttura comunicativa di ogni medium lo rende non neutrale suscitando in chi riceve il messaggio determinati comportamenti e modi di pensare creando una particolare forma mentis invece che un’altra, è chiaro che una buona idea, per essere tale, ha bisogno di essere ben comunicata, spiegata, capita. Di nuovo: con gli strumenti a disposizione, che oggi sarebbe quantomeno miope limitare a un articolo di giornale, un lancio d’agenzia, un passaggio televisivo di qualche minuto in un telegiornale della sera. Per comprenderlo è sufficiente dare un’occhiata alle statistiche su quanto simili media riescano a raggiungere giovani e giovanissimi, cittadini di oggi e forse – mi auguro – cittadini attivi, anche politicamente, di domani. Perché una democrazia compiuta ha bisogno di tutti, di partecipazione quotidiana, di impegno comune, non solo di elettori che infilino una scheda nell’urna. Il Partito Democratico ha certamente un bagaglio ricchissimo di contenuti in grado di offrire serie e credibili proposte di governo per le città, le regioni, il Paese, ma uno sforzo altrettanto importante deve essere fatto per riuscire a comunicare questa nostra ricchezza nei modi e coi mezzi migliori possibili.
Ecco perché il nuovo sito del Pd è stato concepito e realizzato in linea con le tendenze più avanzate del web, rendendolo perfettamente fruibile anche su tablet e smartphone. Nelle intenzioni tuttavia, come ho cercato di spiegare, si tratta di tutt’altro che un semplice restyling grafico del vecchio sito che a lungo tempo ha raccontato molto, se non tutto, del lavoro svolto come partito a livello provinciale. Quello che cambia è proprio il modello di comunicazione che, attraverso il sito e con un utilizzo più sistematico dei cosiddetti social media, intendiamo promuovere: un modello più aperto, partecipativo, esaustivo rispetto alle tante proposte e alla miriade di contenuti che come partito siamo capaci di produrre nella nostra attività politica quotidiana ad ogni livello. Di qui la necessità che abbiamo avvertito di dotarci di questo nuovo strumento. Uno strumento che però, per funzionare e raggiungere i propri obiettivi, ha bisogno della partecipazione attiva di molti soggetti. Stiamo cercando di coinvolgere in questa nuova avventura i nostri tantissimi amministratori locali, i segretari dei circoli, i rappresentanti modenesi a Bologna e a Roma, opinionisti, in grado di contribuire con il loro apporto ad arricchire la proposta politica del Partito Democratico.
Il Pd è un partito vivo, che fa, che propone, che sceglie, da ogni suo singolo amministratore fino ai nostri parlamentari modenesi impegnati a Roma a portare avanti in un momento così complicato le istanze che arrivano dal nostro territorio. Una mole di lavoro impressionante, che noi dobbiamo essere in grado di raccontare, condividere e discutere con i nostri iscritti ed elettori, di più e meglio. PdMoMag nasce con questi obiettivi. Ulteriori segnali di un partito che deve cambiare, innovarsi ed innovare. In fondo, siamo nati per questo.