La relazione del segretario alla Direzione provinciale del 10 aprile

Segreteria, slider

“Dai circoli e dai territori idee e proposte per il rilancio dell’azione politica del Partito Democratico”

Buongiorno a tutte e tutti,
ci siamo incontrati l’ultima volta a fine novembre del ‘19, lo scorso anno la Direzione provinciale a Modena non si è mai riunita, abbiamo approvato il bilancio previsionale 2020 con la modalità del silenzio assenso nel luglio 2020 e il consuntivo e la nomina del revisore il 25 ottobre ultimo scorso.
CRISI PANDEMICA
E’ stato un anno drammatico, ripercorriamone brevemente la cronaca:
• Il 22 febbraio del 2020 è stato pubblicato il primo DPCM che istituiva la quarantena a Codogno e in 10 comuni della bergamasca.
• Il primo marzo 2020 L’Emilia-Romagna entrava in zona rossa
• Il 9 marzo tutta Italia era in lockdown: viene istituito il coprifuoco, vengono chiuse le scuole (e parte la didattica a distanza), viene impedito di sposarsi, vengono chiusi bar, ristoranti, negozi, palestre, piscine, cinema, teatri, musei, discoteche e stazioni sciistiche. Sono annullati i funerali ed ogni manifestazione sportiva.
• Il 22 marzo 2020 chiudono le attività produttive non essenziali e nessuno si era mai chiesto prima se la sua fosse un’attività essenziale o meno….
• 26 aprile 2020 programmiamo la fase 2 per il 4 maggio.
Quel giorno il totale dei morti era a 26.644 con 196.675 Positivi.
• L’11 giugno entriamo in FASE 3 e ci avviciniamo ad una normalizzazione del periodo estivo (riaprono i centri estivi per i bambini, sale giochi, sale scommesse, sale bingo, centri benessere, centri termali, culturali e centri sociali. Dal 15 giugno via libera anche per i cinema, gli spettacoli aperti al pubblico, le sale teatrali, sale da concerto e altri spazi anche all’aperto e sport professionistico).
Il totale delle vittime arriva a 34.167con 236.142 positivi.
• Il 16 agosto si chiudono le discoteche e si ha contezza che il peggio non è dietro le spalle.
• Il 13 ottobre è obbligatorio l’uso delle MASCHERINE (interno-esterno), no alle feste, le cene consentite con un max sei persone, vietato il calcetto e il teatro, cinema a numero chiuso.
• Il 24 ottobre è la prima “stretta”, con una curva dei contagi che risale viene dato un nuovo stop a palestre, piscine, centri benessere, teatri, cinema, termali, chiusura dei ristoranti alle 18, incremento della Dad alle superiori e l’invito a non spostarsi se non per situazioni di necessità).
Le vittime salgono a 36.968 con 465.726 positivi.
• Il 3 di novembre un ulteriore giro di vite: coprifuoco su tutto il territorio nazionale dalle 22 alle 5 del mattino, Dad obbligatoria nelle scuole superiori, stop ai centri commerciali nei weekend, riduzione del 50% della capienza dei mezzi pubblici. Nasce anche il sistema dei “colori” (fasce di rischio gialla, arancione e rossa) da assegnare settimanalmente alle Regioni in base agli indicatori di monitoraggio
Il numero dei morti raggiunge i 39.412 con 759.829 positivi.
• Il 3 di dicembre è fatto divieto di spostarsi tra Regioni dal 21 dicembre al 6 gennaio. Vietato uscire dal proprio comune il 25, 26 dicembre e il 1 gennaio. In questi tre giorni ristoranti aperti solo a pranzo. Divieto di uscita per Capodanno dalle 22 alle 7 del mattino; chiusura dei centri commerciali nei fine settimana
• Il 18 viene definita la “stretta di Natale”: L’Italia si alterna tra zona rossa (nei giorni festivi e prefestivi: 24,25,26,27, 31 dicembre e 1,2,3,5,6 gennaio) e, chi può, zona arancione (nei giorni feriali 28,29,30 dicembre e 4 gennaio). Vengono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute.
Nel frattempo il numero delle vittime sale a 67.894 con 1.921.778 positivi
• Il 5 marzo (primo Dpcm Draghi) valido fino al 6 aprile disciplina festività pasquali, Resta in vigore il sistema a fasce colorate, il coprifuoco e lo stop agli spostamenti tra regioni; inoltre, c’è un’ulteriore stretta sulla scuola. apertura dei cinema e dei teatri dal 27 marzo con posti a sedere preassegnati. Ok ai musei in zona gialla anche nei weekend su prenotazione.
Le vittime raggiungono le 99.271 con 3.023.129 Positivi.
Al 8 aprile abbiamo raggiunto 112.861 vittime con 3.717.612 positivi.
Per dare una dimensione alla tragedia che stiamo vivendo possiamo considerare che i caduti della prima guerra mondiale sono stati 650 mila militari e 590mila civili ,un anno di pandemia ci è costato in termini di vittime civili come un anno di guerra!
Voglio esprimere a nome di tutta l’assemblea un più che mai sentito ringraziamento a tutti quelli che definirei i “silenziosi” ……chi cioè contribuisce e ha contribuito a costituire la prima linea della lotta a questa orribile sciagura: medici, infermieri, operatori sanitari, volontari della croce rossa, croce blu ….. a tutti coloro che si sono trovati a tenere la mano a chi ha vinto e a chi ha perso la battaglia contro la malattia.
Chiedo all’assemblea di unirsi a me in un minuto di silenzio per le vittime, ancora più vittime di una malattia, che come in una maledizione da mitologia classica, li ha costretti alla solitudine nel momento del trapasso.
ANDAMENTO ECONOMICO DATI OCCUPAZIONALI (dati ISTAT)
Ultime considerazioni per garantire una adeguata contestualizzazione al nostro dibattito odierno sono quelle relative all’impatto economico della pandemia
Dicembre 2020 su novembre 2020
• Occupazione -0,4% rispetto a novembre, pari a -101mila unità di cui 98000 donne,
Dicembre 2020 su novembre 2019
• si riscontra un calo di -1,9%, pari a -444mila unità. La diminuzione coinvolge uomini (30%) e donne (70%), dipendenti (-235mila) e autonomi (-209mila) e tutte le classi d’età, Il tasso di occupazione scende, in un anno, di 0,9 punti percentuali.
Quello che oggi è possibile affermare è che in generale la situazione è difficilmente misurabile dato diversi elementi di forte distorsione del quadro complessivo tra cui:
• BLOCCO DEI LICENZIAMENTI
• EFFETTO DELLE CHIUSURE E RISTORI SU ALCUNE CATEGORIE produttive (ristoranti, palestre, …….
In altre parole, ancora non conosciamo il reale impatto della pandemia sul tessuto produttivo.
SITUAZIONE ECONOMICA PARTITO
Spendo due soli minuti e mi dispiace che oggi non abbia potuto essere presente il Tesoriere, che avrebbe meglio potuto fare il quadro della situazione economica, per ricordare a tutti che il nostro partito, a Modena, ha una principale fonte di reddito che sono le feste de l’Unità e che come tutti quegli operatori che “erogano socialità” anche noi siamo completamente fermi.
Non aggiungo altro se non un sentito ringraziamento a tutti i dipendenti della federazione che nonostante la cassa integrazione o per Miria il pensionamento continuano a fare di più del loro dovere per consentirci di andare avanti….. e voglio anche rassicurare i nostri volontari che stanno scalpitando in attesa delle feste…… appena possibile rimetteremo in moto le macchine!
POLITICA NAZIONALE
Questa, dunque, la situazione di contesto dell’emergenza pandemico/economica e prego di tenere sempre a mente, per realismo e pudore, il contesto di cui ho fatto brevemente cenno per avere un metro adeguato e riuscire a collocare nella realtà dei tempi le prossime considerazioni che andrò a fare…..
Politicamente gli ultimi 3 mesi hanno visto il tramonto dell’esperienza del governo Conte bis….
Ricordo, a mero dovere di cronaca, le ragioni della crisi di governo:
• Attivazione del MES
• Comitato tecnico di gestione del Recovery Fund
Il risultato di questa lunga (se si considera che è avvenuta nel contesto della pandemia) crisi di governo è stato la nascita del governo Draghi.
L’entrata nel governo di Lega e Forza Italia ha consentito la formazione un governo di unità nazionale e la condivisione della responsabilità su una base più larga. La conversione europeista e moderatista della Lega è stata tanto fulminea quanto di facciata ma è un segnale da non sottovalutare. E il potenziale effetto logoramento sulla lega lo si è potuto bene apprezzare ieri l’altro quando il del tentativo di fronda interna attuato da Salvini contro Speranza è stato platealmente stroncato dal “Speranza l’ho scelto io e lo stimo profondamente” odierna miniaturizzazione del clamoroso “whatever it takes”.
Oggi però ci siamo dati l’obiettivo di parlare di noi: ….dai circoli e dai territori per rilanciare l’azione del partito….
Rilancio più che mai necessario….
La nascita del governo Draghi e la fine del Conte bis hanno determinato una sequela di scosse telluriche su tutto il panorama politico.
Della conversione della Lega ho già accennato, mentre la quasi implosione del M5S e della nomina a coordinatore (se il titolo è appropriato) di Conte e la ricerca di un rafforzamento di una piattaforma di alleanze nell’ambito del centro sx sono state ulteriori conseguenze a noi più contigue.
In casa nostra le continue fibrillazioni carsiche hanno esitato nelle dimissioni del Seg Zingaretti. Oserei dire fragorose dimissioni del segretario ZINGARETTI:
“Lo stillicidio non finisce. Mi vergogno che nel Pd….”
Non voglio oggi entrare nel merito, vorrei che tutti ragionassimo non su chi ha colpa di cosa ma su come ridarci un’anima per poi saper utilizzare un cacciavite….
Nicola con le sue dimissioni ed in particolare il modo con cui si è dimesso ha sbattuto in faccia a tutti noi due domande, due domande semplici….
• Esiste un’identità condivisa o anima per dirla utilizzando l’efficace metafora di Enrico Letta?
• Se si quali obbligazioni reciproche riconosciamo a vincolo di questa comunità?
RILANCIARE L’AZIONE POLITICA:
La partenza della segreteria Letta è stata per noi ottimale con la conferma di Manuela Ghizzoni e Stefano Vaccari ….
Molto buono il fatto d’iniziare il suo percorso, dopo il voto dell’Assemblea Nazionale, ricucendo un dialogo diretto con i circoli.
Bene ha fatto a definire un “canovaccio” basato sui 21 punti, una ripartenza che dovrà dare luogo alle Agorà democratiche e questa volta tutti riconoscono che si deve trattare di un nuovo inizio.
I 21 punti su cui si è articolato il confronto nei nostri circoli delle settimane prima di Pasqua, sono appunto un “canovaccio” di sollecitazioni e spunti che hanno consentito di articolare una prima elaborazione.
Venerdì scorso abbiamo infatti condiviso con la segreteria provinciale, coi segretari di circolo e vicesegretario nazionale (GIUSEPPE PROVENZANO) alcune prime considerazioni.
Condivido con voi alcuni degli stimoli raccolti, per punti :
• In diversi hanno sottolineato che ci troviamo nel mezzo di una Crisi ambientale e climatica e che servono azioni concrete e determinate e proposte precise per uscirne (San Prospero-PIRAZZOLI)
• Istruzione e la scuola come bene pubblico e servizio d’interesse generale…. Università, scuole dell’obbligo con un accenno particolare alla istruzione professionale …. Sono tutti strumenti per costruire il futuro della nostra società
• Affrontare il tema delle aree periferiche, la rigenerazione del tessuto sociale della montagna e delle zone distanti dal centro. (Montefiorino -FRANCESCONI)
• Altri hanno evidenziato che “Aree marginali” sono stabilmente occupate da giovani e donne ….e superare il rituale dello sventolio dei diritti a fasi alterne e concentrarsi su politiche efficaci che supportino una vera emancipazione di che rimane a bordo campo sia prioritario…
• In tanti hanno parlato di EUROPA come prospettiva futura, come istituzione che tuteli non solo burocratica
• RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, sburocratizzazione, (Ravarino-GESTI)
• ENTI LOCALI: dopo anni di antipolitica è diventato sempre più difficile gestire il bene pubblico, trovare amministratori preparati e disponibili a sostenere il ruolo senza coperture assicurative, pensionistiche o anche solo una adeguata retribuzione. Sempre più difficile chiudere i bilanci senza leve fiscali e con un trasferimento di risorse negativo dallo stato! cosa fare delle Province? Rimaste in mezzo al guado di una riforma abortita…
• VOTO AI 16 ENNI alterne opinioni con una sintesi che può essere si al voto purché ci sia una adeguata formazione (educazione civica)
• Buona metà degli spunti e dei suggerimenti è poi stata dedicata al PARTITO:
o Superare il leaderismo o la ricerca dell’unanimismo ma recuperare il ruolo democratico degli organi con una maggiore assunzione di responsabilità della classe dirigente. Istanza sottolineata da tanti.
o Fine dell’”io” e riscoperta del “Noi”, centralismo democratico Superare (abolire) le correnti DISCUTERE NEGLI ORGANI/COMUNICARE AL PAESE
o Ricostruire uno schieramento di centro sinistra ampio e propositivo, basato su progetti e prospettiva con un PD perno di un’alleanza ampia. (Sassuolo-PICCIOLI)
o Mantenere aperto questo canale con i circoli/il partito di prossimità da noi già esiste!!!! Gli va data agibilità e strumenti – FINANZIAMENTO PUBBLICO.
o PARTITO DI PROSSIMITA’ da noi esistono circoli e feste nelle quali si potrebbero fare le agorà (San Donnino/San Damaso- PANINI+ Gaggio)
o Ricostruire la classe dirigente che a forza di rottamazioni è diventata sempre più esigua e demotivata, costruire dove possibile, tutti gli strumenti di formazione e progettazione per dirigenti, iscritti simpatizzanti.
E a riguardo in un prossimo futuro presenteremo il progetto di scuola politica che un gruppo di lavoro coordinato da Marino per la Segreteria ha abbozzato e presto verrà realizzato
o Fare emergere una nuova identità di partito, identità RICONOSIBILE (GRENZI) forte e tangibile, una bandiera dietro cui raccogliersi
o Sviluppare una carta dei diritti degli iscritti e dei doveri degli eletti (Davolio Sassuolo)
Quasi tutti hanno provato a definire lo “schiaffo” di Zingaretti, quasi come fosse l’elaborazione di un trauma psicologico (cioè le due domande esiste IDENTITA’ CONDIVISA ed OBBLIGAZIONI RECIPROCHE?) e credo che emerga con evidenza dalle svariate riproposizioni del tema dell’identità, dei valori e anche dalle regole d’ingaggio e d’interazione interne al partito (no correnti, no leaderismi, no sparare sul partito, dare valore alla dialettica interna agli organi….).
Contenuto e metodo, elaborazione della proposta politica e regole d’interazione, identità condivisa e obbligazioni reciproche…… se dovessi fare una sintesi di quanto emerso userei questo dualismo di termini.
Quale è la nostra identità? Su quali valori fondanti si basa la nostra comunità politica? E di quale innovazione potremmo essere capaci?
È TEMPO DI RITROVARE L’ANIMA PER POTER UTILIZZARE IL CACCIAVITE. L’anima per i valori su cui costruire il progetto di futuro ed il cacciavite per realizzarlo.
Progressisti nei contenuti, riformisti nei metodi…
Anche perché le proposte della destra e dei sovranisti in genere ammiccano al bisogno di protezione e di sicurezza ma non rispondono alla vera esigenza: la fame di prospettive.
Occorre che anche la sinistra rielabori la sua anima/contenuto/identità per garantire un nuovo ideale di futuro.
Difficile il compito di costruire prospettiva, protezione e futuro nell’epoca della società fluida (Bauman) e della globalizzazione ….. e del fallimento (spero oramai assodato) del positivismo liberista (il mercato trova l’equilibrio da se) di Friedman e successivi upgrade…
Anche questo ci ha insegnato la pandemia, quello che ancora non eravamo riusciti ad elaborare dalla grande crisi dei subprime del primo decennio del nuovo secolo….
SIAMO CAPACI DI AFFERMARE CHE L’INTERESSE GENERALE è PRIORITARIO? …..direi quasi “SOVRANO”? Siamo capaci di elaborare nuove modalità di interazione tra pubblico e privato che garantiscano l’interesse generale? La dico in termini più comprensibili: siamo in grado di affermare con forza che la salute è un bene primario e che vale più la salute dei cittadini che gli interessi economici di chi produce vaccini?
Rispondere sì sembra facile oggi, ma significa mettere in discussione anni in cui anche noi, in fondo, pensavamo che il mercato avrebbe trovato l’equilibrio o che, in altri termini, la riduzione del debito valesse lo strangolamento della Grecia.
Alcuni pensano che la risposta sia la ripublicizzazione di alcuni settori…. Che però erano stati privatizzati in parte o in toto per ottenere un miglioramento del rapporto costo\qualità del servizio erogato….non per sfizio….
Credo che ora sarebbe necessario esplorare nuove forme di interazione tra pubblico e privato dove “l’interesse generale” e non il profitto diventa la mission.
Riconoscere la sovranità del pubblico per tutelare l’interesse di tutti significa mettere a punto strumenti tali da garantire allo stato di partecipare alla costruzione dell’utile e non solo alla redistribuzione tramite fiscalità. In altri termini si tratta di dare valenza politica alla teoria del cambiamento e alla metrica della valutazione dell’impatto sociale come strumento di generazione anche dei profitti……. Almeno in quegli ambiti in cui l’interesse generale deve prevalere sul particolare….. sanità, educazione, welfare……
Questa oggi è la sfida: progressisti nei contenuti, riformisti nei metodi
La prima applicazione di questo nuovo approccio ha una ricaduta immediata e tangibile e la evidenzia Letta al punto 15 quando parla delle 3 sfide che l’Unione Europea si trova davanti se assumersi a pieno ruolo nazionale basato su una trasformazione strutturale del Next Generazion EU e del debito condiviso, per realizzare un nuovo patto stabilità ….. questa volta sociale. In altri termini un’unica grande sfida: dare all’Unione gli strumenti per esercitare la sovranità nazionale. La nuova Europa deve far dimenticare la troika e l’austerity ….. più adeguata ad un istituto di credito privato che non ad una comunità di nazioni.
…rivoluzionari nei comportamenti
Esiste quindi quell’anima da rigenerare? Quell’identità condivisa che definisce la comunità del Partito democratico?
Da qui è bene partire…. E non basta una risposta affermativa ma serve una misura dell’esistenza… In altre parole, quanto rimane oggi del nostro partito? Quanto rimane dei nostri valori lo misuriamo dalle obbligazioni reciproche alle quali ognuno di noi si sente vincolato.
Troppo facile rispondere si esistiamo, più complicato dire quanto ognuno di noi si sente disposto a fare per questa comunità.
Qualcuno cercava di convincermi, qualche tempo fa, che un partito più adeguato all’oggi sarebbe un partito meno esigente, un partito più fluido e capace di adattarsi alle contingenze. Un partito disponibile anche a mettere qualche battaglia in cantina pur di avere un profilo più spendibile. Un partito che non strepitasse troppo se qualcuno esce dalle righe infamando la sua comunità……
……andiamo a raccontarlo ai segretari che tutti i mesi combattono per tenere aperti i circoli o ai volontari delle feste che in questi 4 anni hanno dimostrato di essere una macchina da guerra impegnata in una possibile espansione, non in un lento ed apatico spegnimento. Andiamolo a dire a chi ci chiede Verità e coraggio!!
Ma come dicevo, anche a Modena non basta dire il partito c’è anche se qui siamo sempre stati la colonna portante delle coalizioni presentate alle tornate amministrative comunali o regionali (anche quando tutti immaginavano di no e qualcuno forse lo sperava….)….. chiediamoci invece, quali obbligazioni ci legano alla nostra comunità…
Ricorro ad un aneddoto descritto da Paul Collier per condividere quale è il peso delle obbligazioni reciproche che impegnano i membri di una comunità. Collier racconta che Per buona parte del secolo scorso la più grande e prosperosa azienda mondiale era la General Motors. Un colosso che rappresentava la principale azienda del più prospero mercato del 20simo secolo, quello dell’automobile. Alla fine degli anni ‘70 il colosso GM iniziò a vedere assottigliarsi alcune fette di mercato, in particolare nella costa orientale degli Stati Uniti. Le prime analisi si limitarono a derubricare il fenomeno come passeggero e legato alla peculiarità degli abitanti della costa orientale degli USA. In realtà un allora piccola azienda giapponese iniziava a fare pesare sul mercato globale le caratteristiche dei suoi prodotti. Quando il management della GM prese atto che la competizione si faceva sentire anche su altre fette di mercato si fece prendere da dubbi…. Le disposizioni furono “se la Toyota ha un robot anche noi dobbiamo averlo” e per un lungo periodo i dirigenti puntarono sull’ammodernamento delle linee produttive. Ad un certo punto GM e Toyota strutturarono una partnership per realizzare un impianto che avrebbe prodotto un veicolo comune da vendere a marchio GM o Toyota a seconda del distributore. Lo sconcerto del management della GM fu totale quando si scopri che la stessa autovettura poteva valere ben 3k dollari di più se venduta con il brand Toyota. L’azienda giapponese era considerata dai consumatori (anche quelli americani) come più sicura ed affidabile che il colosso GM. Da allora il mantra del management della GM divenne “se Toyota ha una procedura di controllo della qualità allora anche noi dobbiamo applicarla”. Finalmente si comprese che era necessario un cambio di mentalità.
I lavoratori della Toyota erano convinti che la propria azienda avrebbe rivoluzionato il modo di spostarsi, quelli della GM che la loro servisse ad arricchire gli azionisti. Per questo non funzionò la strategia di applicare la modalità di controllo di qualità della Toyota alla GM. Mentre in Giappone i lavoratori in linea erano organizzati in gruppi chiamati “club della qualità” e potevano bloccare l’intera linea di produzione tirando una cordella nel caso ravvisassero un difetto; negli Stati Uniti la stessa cordella era tirata il più delle volte in spregio all’azienda. Lavoratori disillusi, frustrati e in perenne conflittualità con l’azienda iniziarono a bloccare le linee in maniera pretestuosa con gravi danni per l’azienda. Non fu possibile applicare la gestione della qualità della Toyota senza basarla su una forte identità condivisa e reciproche obbligazioni sentite.
Oggi il Partito si trova davanti a questo bivio, e la chiamata è per la classe dirigente che deve decidere se dire che il partito esiste significa accettarne anche le obbligazioni. Accettare la funzione degli organi democratici come luoghi di elaborazione politica ma anche di controllo e garanzia. Accettare che la dialettica sana e produttiva debba avere regole d’ingaggio che non si limitino alla creanza ed alla buona educazione ma di opportunità e correttezza politica, e che la direzione, la segreteria e la commissione di garanzia abbiano funzione di controllo e tutela della comunità Partito, è il punto di partenza.
Tornando alla proposta di Davolio lo metterei al punto uno della carta dei doveri degli eletti e dirigenti considerando questo essere rivoluzionari nei comportamenti!.