Il Pd della Bassa scrive a Zingaretti “Riformare Stato e lavoro”

Dai Circoli, slider

La Bassa scrive al segretario nazionale Pd Nicola Zingaretti per sollecitare l’intervento riformatore del partito soprattutto su due ambiti, lo Stato e il Lavoro. La lettera, inviata anche al Pd regionale e provinciale, è sottoscritta dal coordinatore Pd Area nord Simone Silvestri, dal capogruppo Liste civiche-Pd dell’Unione dei Comuni Area Nord Paolo Negro, dal segretario Gd Bassa modenese Matteo Silvestri e per i Circoli Pd dei Comuni di Concordia, Camposanto, Cavezzo, Medolla, Mirandola, San Felice sul Panaro, San Prospero, Finale Emilia, San Possidonio – Ornella Tirabassi, Sonia Costi, Flavio Lodi, Giuseppe Ganzerli, Marco Azzolini, Nicolò Guicciardi, Luca Pirazzoli, Andrea Ratti, Rudi Accorsi. Ecco un sunto della lettera:

“Caro Segretario,

non c’è dubbio che, come Pd, stiamo sostenendo il peso del Governo e stiamo giustamente facendo la parte di chi mette responsabilmente l’Italia e gli italiani al primo posto. Pare a noi evidente che anche la svolta dell’Europa, che può mettere all’angolo i populismi e rilanciare gli ideali dei fondatori della UE, possa essere ascritta ai tanti meriti del Pd. Ma crediamo che sia giunto il momento di disegnare una prospettiva più ampia per il Paese, e di dimostrare che il Pd non è solo il partito buono per le emergenze e le ripartenze, ma è il partito del cambiamento. In quest’ottica vogliamo dare per acquisito il grande tema dell’ambiente e della sostenibilità, ma ci pare che su altre due questioni chiave occorra uno scatto in avanti: lo Stato e il lavoro. Il covid ha riportato all’attenzione dei più la funzione insostituibile dei poteri e dell’intervento pubblico. Dopo anni di sfrenata apologia liberista, il pendolo del rapporto fra pubblico e privato ha una oscillazione in senso contrario. E’ ora di lanciare una vera e grande riforma dello Stato, con il coraggio di affrontare di petto i poteri burocratici, le corporazioni, i privilegi, le rigidità contrattuali del pubblico impiego. Abbiamo bisogno di una riforma dello Stato in direzione, al tempo stesso, più liberale e più democratica, ma non per uno Stato leggero, bensì per un intervento pubblico più snello, efficiente, penetrante, diffuso e tempestivo. Non da ultimo, è necessario ritrovare un autentico spirito autonomista, tagliando le unghie a un centralismo assurdo e asfissiante, che pretende di decidere a Roma, negli uffici di qualche burocrate, come si amministra un Comune e che, nemmeno con una manovra di 55 miliardi ha trovato il coraggio e la lucidità di ridare slancio ai Comuni e ai loro investimenti. Sul versante del Lavoro la vicenda covid ha riaperto il dossier dell’organizzazione e degli orari di lavoro: dovrebbe essere ragionevole ripartire da qui, facendo di questi temi la leva per rompere finalmente l’intreccio perverso fra flessibilità e precarietà, per unificare i contratti di lavoro ed estendere i diritti e la presenza del sindacato nei luoghi di lavoro, per ridurre e articolare gli orari di lavoro. Probabilmente (è solo una suggestione, ma da approfondire) varrebbe la pena che la riforma fiscale contemplasse proprio un robusto sostegno alla riduzione di orario a parità di salario.

Ringraziandoti per l’attenzione, un caro saluto e tanti auguri per la grande responsabilità che ti sei assunto alla guida del nostro partito”