Salute, Venturelli “Lavorare per una piena applicazione della 194”

Modena

Piena applicazione della legge 194 sull’interruzione volontaria della gravidanza e potenziamento della rete dei consultori per la promozione di una procreazione responsabile: è quanto chiede il Gruppo consiliare del Pd modenese che ha presentato uno specifico ordine del giorno sulla tutela della salute riproduttiva delle donne, prima firmataria la consigliera comunale Federica Venturelli. L’odg è stato approvato con il solo voto contrario del centrodestra.

Prima dell’entrata in vigore della legge 194 si calcolava che, nel nostro Paese, ben ventimila donne fossero morte di aborto e malattie conseguenti, mentre si stimavano in un milione e duecentomila gli aborti clandestini effettuati ogni anno. Sono numeri che danno il senso del valore della legge 194 che, nel 1978, riconobbe la possibilità alle donne di scegliere l’interruzione volontaria di gravidanza gratuita nelle strutture sanitarie pubbliche. A distanza di quarant’anni, la legge, soprattutto in alcune parti del Paese, non è pienamente applicata, tanto che il Consiglio d’Europa e il Comitato europeo dei diritti sociali, nel 2014 e nel 2016, hanno condannato l’Italia per aver violato il diritto alla salute delle donne che vogliono abortire. Su questo tema, cruciale per la salute delle donne, il Gruppo consiliare del Pd modenese ha presentato un ordine del giorno, prima firmataria la consigliera Federica Venturelli, per chiedere la piena applicazione della legge 194 e il potenziamento della rete dei consultori che ha, tra i proprio compiti, anche quello della promozione di una procreazione responsabile. “Con questo odg – spiega Federica Venturelli – impegniamo l’Amministrazione comunale a costruire, ancora di più, buone pratiche affinché Modena sia città dalla parte delle donne. Considerato il ruolo del sindaco quale presidente della Conferenza socio-sanitaria territoriale, gli chiediamo di vigliare affinché la legge 194 sia applicata nella nostra realtà sanitaria in maniera completa e di farsi portavoce delle nostre istanze anche presso il presidente della Regione Bonaccini e il presidente del Consiglio Conte affinché l’applicazione sia uniforme su tutto il territorio regionale e nazionale”. Il numero di interruzioni volontarie di gravidanze, in Emilia-Romagna, è calato del 40% nell’arco di 13 anni, a testimonianza del valore delle politiche di prevenzione e procreazione responsabile messe in atto in questo territorio. L’ultima, in ordine di tempo, è la contraccezione gratuita introdotta dalla nostra Regione dal primo gennaio di quest’anno per un’ampia fascia di popolazione. “Molto è stato fatto: la Regione ha portato avanti politiche lungimiranti a tutela della salute delle donne – conferma la consigliera Venturelli –. Chiediamo, comunque, che la nostra mozione sia inviata a Bologna. La Regione ha, infatti, il compito di assicurare adeguati parametri di personale sanitario, in modo che venga garantita la piena applicazione della legge, e di verificare che le Asl organizzino il controllo e la garanzia del servizio. Chiediamo, inoltre, di prevedere una verifica puntuale sulla presenza di ginecologi e anestesisti obiettori nelle singole strutture e l’impegno a valutare valori percentuali sopra i quali la Regione possa decidere, come già fatto dal Lazio, di attuare interventi specifici volti a garantire il pieno diritto di scelta delle donne”.