Riduzione CO2, Kyenge “Il PE fissa obiettivo -40% entro il 2030”

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L’europarlamentare modenese del Pd Cécile Kyenge illustra i punti cardine della risoluzione approvata a Strasburgo: più auto elettriche, riduzione del 40% di anidride carbonica derivante da autovetture, regole ferree per chi sfora, sostegno alla produzione europea di batterie.

Con 389 voti a favore, 239 contrari e 41 astensioni ieri è stata approvata una risoluzione del Parlamento Europeo che fissa nuove regole sull’ambiente e sulle emissioni di CO2 in Europa. Tra i deputati che hanno sostenuto favorevolmente la votazione c’è anche Cécile Kyenge del Partito democratico che riassume così i passaggi fondamentali della proposta: «La risoluzione si concentra principalmente su quattro azioni fondamentali: riduzione dei livelli di anidride carbonica, nuove regole per le case produttrici, tutela del mercato europeo e dell’acquisto consapevole». Nello specifico, «si è fissato l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 derivanti dalle autovetture fino al 20% entro il 2025 e al 40% entro il 2030». E se qualche costruttore non rispetta gli standard? «A quel punto si dovrà pagare un’ammenda, che finirà all’interno del bilancio UE, e che verrà utilizzata per tutelare tutti quei lavoratori altamente qualificati che sono rimasti colpiti dai cambiamenti nel settore automobilistico. L’impegno chiesto ai produttori non si limita a questo, anzi. Continua la Kyenge: «alle case automobilistiche abbiamo chiesto di garantire che i veicoli a emissioni zero e a basse emissioni abbiano una quota di mercato del 35% sulle vendite di nuove auto e furgoni entro il 2030». Novità anche sulla valutazione delle emissioni: il Parlamento ha infatti chiesto alla Commissione Europea di presentare una proposta per introdurre, dal 2023 in poi, un sistema di test delle emissioni di CO2 misurate in condizioni di guida reale. Infine sono state proposte misure a tutela dei lavoratori, del mercato europeo e dell’acquisto consapevole.
L’Unione Europea è consapevole del fatto che la transizione verso una mobilità ad emissioni zero può comportare impatti negativi sul lavoro: proprio per questo, l’impegno che si pone è quello di promuovere lo sviluppo delle competenze e la ridistribuzione dei lavoratori del settore, in particolare nelle regioni e nelle comunità più colpite dalla transizione stessa. Come? Attraverso finanziamenti sociali e formativi più incisivi.
Non da ultimo, il Parlamento chiede alla Commissione di proporre entro la fine del 2019 una legislazione per fornire ai consumatori informazioni accurate e comparabili sul consumo di carburante, sulle emissioni di CO2 e sulle emissioni inquinanti delle autovetture nuove. A partire dal 2025, invece, le case automobilistiche dovranno comunicare alla Commissione il ciclo di vita delle emissioni di CO2 delle nuove automobili immesse sul mercato, utilizzando una metodologia comune.