Affido, Gruppo Pd “Non si gioca con la vita di bambini e donne”

Modena

Il Gruppo consiliare del Pd del Comune di Modena commenta negativamente le novità introdotte dal disegno di legge voluto da Lega e Movimento 5stelle su affido condiviso e bigenitorialità e chiede al senatore Pillon, e agli altri firmatari, di ritirare il provvedimento dalla discussione parlamentare.

“Un provvedimento che lede i diritti dei minori e che discrimina le donne più fragili, quelle più povere e soprattutto quelle vessate dalle tante forme di violenza familiare”: il Gruppo consiliare del Pd del Comune di Modena condanna senza appello le novità introdotte dal cosiddetto Dl Pillon, che ha cominciato il percorso parlamentare in Commissione Giustizia al Senato. Il provvedimento punta a modificare le attuali disposizioni di affido condiviso dei figli minori per i genitori divorziati. In particolare interviene su quattro punti introducendo: la mediazione familiare obbligatoria nel percorso della separazione; i tempi paritetici di frequentazione dei figli con padre e madre; la realizzazione del mantenimento diretto; il contrasto ad ogni forma di rifiuto di uno dei due genitori da parte dei minori. “Se apparentemente l’obiettivo dichiarato è quello di garantire ai figli di ricevere cure e assistenza da parte di entrambi i genitori – spiegano dal Gruppo Pd – così come sono concepite in concreto le norme cancellano le garanzie di continuità nella vita del minore che ispirava la legislazione precedente e favoriscono il genitore che avrà maggiori possibilità economiche, nella stragrande maggioranza dei casi il padre, visto il livello di disoccupazione femminile e il fenomeno, molto frequente in Italia, delle madri che lasciano il lavoro per accudire i figli, in mancanza di servizi di supporto adeguati. Si abbandona, in sostanza, una legge sull’affido condiviso che punta alla condivisione delle responsabilità nei confronti dei figli minori, per approdare a una mera spartizione delle spese e dei tempi”. La mediazione obbligatoria, oltre ad aumentare i costi delle separazioni, poi, secondo gli esperti che seguono i casi di violenze in famiglia (le associazioni femminili e i centri antiviolenza compresi), va a discapito della reale possibilità delle donne vittime di queste situazioni di sottrarsi a un clima di paura e sottomissione. “Sembra che si voglia ignorare la realtà – conferma la consigliera Caterina Liotti – sono moltissimi i casi in cui la richiesta di separazione avviene sulla base di un clima di violenza psicologica o economica, quando non anche fisica, in famiglia. Le tensioni, molto spesso, esplodono al momento dell’affidamento dei figli che diventano per i padri uno strumento per continuare a esercitare il controllo sulle madri e la mediazione obbligatoria ostacola le donne che hanno finalmente trovato il coraggio di denunciare e andarsene. Tra l’altro, il disegno di legge introduce anche una modifica al codice penale per cui solo i maltrattamenti “sistematici” sono riconosciuti come tali e ne riduce le pene previste. Sono novità inaccettabili, che vanno contro la tutela dei diritti dei bambini e delle donne. Per questa ragione – conclude Caterina Liotti – chiediamo alla maggioranza gialloverde e al senatore Pillon di ritirare il disegno di legge”.