Contraffazione, Baruffi “La criminalità organizzata si finanzia anche così”

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Non solo lavoro irregolare e sfruttamento della manodopera clandestina, danno alle imprese sane e al Made in Italy; non solo danni all’ambiente e alla salute del consumatore: la Camera dei deputati ha discusso di come la produzione e la commercializzazione di beni contraffatti sia sempre più strettamente legata al finanziamento della criminalità organizzata. La relazione puntuale prodotta in questo senso dalla Commissione anticontraffazione di Montecitorio, dopo tante audizioni delle forze dell’ordine, delle procure e della Direzione antimafia, è approdata stamattina in Aula e per il Pd è intervenuto nella discussione generale il deputato modenese Davide Baruffi, già relatore della contraffazione attraverso il commercio elettronico. Ecco il suo commento:

“In una giornata in cui il Pd modenese è impegnato in una campagna d’ascolto capillare sul territorio sul tema della sicurezza, è bene evidenziare come le mafie si alimentino oggi di un traffico illecito che suscita ben poco allarme sociale rispetto ad altri. Eppure si tratta di una minaccia molto forte per la nostra sicurezza sotto molteplici aspetti, non solo economici e sociali. L’Italia è poi un Paese più esposto di altri al fenomeno della contraffazione, secondo solo agli Stati Uniti, sia perché i nostri prodotti sono i più desiderabili al mondo per qualità, design e gusto, sia perché sul nostro territorio operano da sempre organizzazioni malavitose che trovano oggi un grande vantaggio in questo business. Sfruttando reti consolidate sia internazionali che territoriali, infatti, le organizzazioni criminali hanno trovato un crescente strumento di ricchezza, una via agevole per il riciclaggio di proventi da altre attività criminose e un ulteriore strumento di controllo del territorio. L’esperienza ci ha insegnato che colpire queste attività sul piano finanziario e le organizzazioni malavitose su quello del patrimonio è cruciale. Da qui una serie di proposte che come Pd abbiamo avanzato per rafforzare il coordinamento dell’attività istituzionale (che per il Pd dovrebbe far capo alla Presidenza del Consiglio), di intelligence (con una più marcata integrazione e specializzazione delle forze dell’ordine e una condivisione reale delle banche dati), di iniziativa europea (sosteniamo pienamente la battaglia che il ministro Orlando sta conducendo in sede comunitaria per superare la frammentazione del diritto e degli strumenti di indagine). Poche minacce hanno, peraltro, una natura “glocal” quanto la contraffazione: si pensi da un lato al fatto che lo stesso terrorismo internazionale ha iniziato a finanziarsi per questa strada0 e, dall’altro, come una economia fatta di eccellenze manifatturiere e agroalimentari quale quella modenese sia costantemente sotto attacco. L’immagine della piccola contraffazione al dettaglio, quasi artigianale, a cui va il nostro immaginario collettivo è decisamente riduttiva e fuori tempo massimo: non solo perché dietro ogni prodotto contraffatto, anche a quello acquistato per strada, si cela spesso una rete criminale nazionale o internazionale che pianifica l’intera filiera, dalla produzione alla commercializzazione; ma anche perché nell’era del commercio elettronico ciascuno di noi accede ad una rete globale di pronta consegna: una grande opportunità che contempla anche rischi. Per questo il solo contrasto delle forze dell’ordine non basta: occorre che ciascuno di noi, come cittadino responsabile e consumatore consapevole, sia pienamente informato e avvertito. Parliamo spesso di infiltrazioni mafiose nel nostro tessuto sociale, a fronte di appalti o di episodi che generano il giusto allarme sociale. Quasi mai ci accorgiamo però di come la metastasi avanzi anche attraverso piccoli gesti di acquisto incauto o superficiale. In questo ciascuno di noi può fare la differenza”.