Europarlamento, Kyenge “Commissione approva riforma Dublino”

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Ancora un passo verso la modifica del regolamento di Dublino, quello che sancisce la responsabilità dei migranti del Paese di primo ingresso. La Commissione Libertà civili, Giustizia e Affari interni del Parlamento europeo ha approvato la riforma del regolamento. “Un Passo storico per l’Europa”: commenta l’europarlamentare modenese del Pd Cécile Kyenge, componente della Commissione Libe. Ecco la sua dichiarazione:

“La Commissione di cui faccio parte al Parlamento Europeo ha approvato, con grande senso di responsabilità e a larga maggioranza, la modifica del regolamento di Dublino. Il tassello forse più importante per il completamento di un sistema comune di asilo basato sulla solidarietà e la condivisione delle responsabilità tra tutti gli Stati membri. Con le modifiche apportate in Commissione Libe, essenzialmente basate su emendamenti di ispirazione del gruppo S&D, abbiamo eliminato quella che da sempre è considerata la stortura del sistema, la responsabilità del Paese di primo ingresso. L’Italia in questi anni ha compiuto uno sforzo straordinario per far fronte al dovere di tutelare la vita delle centinaia di migliaia di persone che hanno attraversato il Mediterraneo. Il sistema attuale ha fatto sì che in questi ultimi anni solo 6 Stati membri su 28 hanno fatto fronte a quasi l’80% di tutte le richieste d’asilo presentate nell’UE. Tutto questo doveva cambiare. Una battaglia che mi ha vista impegnata in prima linea a sostenere un nuovo approccio al fenomeno dell’immigrazione. Un approccio su cui il Parlamento Europeo si è espresso lo scorso anno con l’adozione della risoluzione sull’approccio olistico al fenomeno migratorio, di cui sono stata relatrice, chiedendo, oltre al superamento del criterio del primo Paese d’ingresso, anche una vera e propria centralizzazione a livello europeo delle responsabilità sull’asilo. Il voto è stato un seguito, e per molti versi una conferma, della posizione della commissione Libe su un sistema europeo che garantisca un’equa condivisione delle responsabilità tra Stati membri, mettendo al centro i diritti fondamentali delle persone. La novità introdotta dai nostri emendamenti è la sostituzione del criterio del primo Paese di approdo con un meccanismo permanente e automatico di ricollocazione. Il fatto di aver varcato il Mediterraneo e essere approdato sulle coste europee non genererà più, in sostanza, la competenza esclusiva di quello Stato. Saranno altri i criteri di assegnazione delle richieste di asilo e di protezione internazionali, basati essenzialmente sui legami familiari e altri legami significativi del richiedente. E questo anche per agevolarne l’inserimento e l’integrazione in un tessuto sociale non completamente sconosciuto. Qualora questi criteri non dovessero trovare applicazione, il richiedente avrà la possibilità di scegliere tra 4 Stati membri. Attraverso quindi l’attivazione di un meccanismo di ricollocamento automatico e centralizzato. Ora la palla passa al Consiglio. Il messaggio di questo voto, visto anche il pieno sostegno dei principali gruppi politici. Questa Commissione ha lavorato incessantemente per oltre un anno verso una riforma credibile e sostenibile. Non lasceremo che il Consiglio affossi la nostra proposta né ci accontenteremo di un compromesso al ribasso. I nuovi criteri che abbiamo introdotto devono essere preservati”.