Baruffi e Ghizzoni “Il balsamico trentino non è prodotto tradizionale”

Dai parlamentari, slider

I deputati modenesi del Pd Davide Baruffi e Manuela Ghizzoni hanno portato all’attenzione del ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina l’eventualità che, con l’attuale revisione annuale in corso, venga inserito nell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali il cosiddetto “aceto balsamico trentino”, le cui metodiche di produzione, secondo il Consorzio di tutela dell’aceto balsamico di Modena, non rispecchierebbero i requisiti stabiliti dal relativo decreto ministeriale che regola la materia.

Anche il prodotto trentino vuole fregiarsi del titolo di “aceto balsamico”: è in corso, infatti, la 27esima revisione annuale dell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali e tra le imminenti novità ci sarebbe proprio l’introduzione dell’ “aceto balsamico trentino” che, nella denominazione, richiama i prodotti emiliani la cui qualità è tutelata, ovvero l’aceto balsamico tradizionale di Modena Dop, l’aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia Dop e l’aceto balsamico di Modena Igp. Contro questa evenienza si schierano i deputati emiliani del Pd, in particolare i modenesi Davide Baruffi e Manuela Ghizzoni che hanno firmato una interrogazione al ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina. “Il Consorzio di tutela dell’aceto balsamico di Modena – spiegano Baruffi e Ghizzoni – chiamato a esprimere le sue osservazioni nel corso dell’istruttoria ministeriale, contesta il fatto che le metodiche di produzione del cosiddetto aceto trentino rispecchino i requisiti previsti dallo specifico decreto ministeriale del 1999 che fa rientrare nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali solo quelli le cui metodiche siano praticate “in maniera omogenea e secondo regole tradizionali e protratte nel tempo, comunque per un periodo non inferiore ai venticinque anni”. E’ per questo – aggiungono i parlamentari modenesi – che abbiamo deciso di portare la questione sul tavolo del ministro Martina”. Tra l’altro, sono ancora in corso alcune vertenze giudiziarie sul corretto uso dei termini “aceto balsamico” e “balsamico” per prodotti comparabili all’Igp modenese il cui esito potrebbe incidere direttamente sulla questione della corretta denominazione del prodotto trentino. “La Corte di giustizia dell’Unione europea – continuano gli on. Baruffi e Ghizzoni – ha stabilito che sia il giudice nazionale a decidere sull’uso legittimo di singoli elementi di una denominazione composta, sulla base anche della normativa comunitaria. In attesa delle decisioni di merito, riteniamo opportuno – concludono i parlamentari – che la denominazione “aceto balsamico trentino” non venga inserita nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali, aprendo il varco a possibili fraintendimenti nelle scelte del consumatore finale con i prodotti della tradizione emiliana così apprezzata nel mondo”.