Cpr, Carpentieri “Non sia un nuovo Cie, servono garanzie specifiche”

Modena

Il consigliere comunale modenese del Pd Antonio Carpentieri, che a lungo si è occupato dei temi della sicurezza, ha presentato una interrogazione al sindaco sull’ipotesi di riapertura del vecchio Cie di via La Marmora per essere trasformato in Centro permanente per il rimpatrio.

Continua il dibattito in città sull’ipotesi, ventilata sui media, di aprire a Modena l’unico Centro permanente per il rimpatrio della regione. Il consigliere comunale del Pd Antonio Carpentieri, che a lungo si è occupato dei temi della sicurezza, ha deciso di presentare una interrogazione al sindaco Muzzarelli per tentare di comprendere meglio che tipo di caratteristiche e quali modalità di gestione assorbirebbero la riapertura della struttura di via La Marmora, chiusa, su forte pressione popolare e istituzionale, nell’agosto del 2013. “Il vecchio Cie, mutazione operata dalla legge Bossi-Fini del precedente Cpt, – ricorda Carpentieri – si era trasformato, nei fatti, in un luogo di detenzione dove i migranti senza permesso di soggiorno potevano rimanere, e molto spesso rimanevano, fino a 18 mesi, privati della libertà personale, senza la possibilità di ricevere visite e di far valere il loro diritto alla difesa legale. E’ inimmaginabile pensare di riproporre quello schema”. Il nuovo decreto del febbraio scorso recante “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città” ha previsto l’apertura dei Cpr in ogni regione, con al massimo 100 persone ospitate. “E’ tutto da chiarire – continua Carpentieri – chi sarebbero gli ospiti, quanto tempo potrebbero rimanere nella struttura, quanto personale delle forze dell’ordine occorrerebbe per la gestione. Fa molta differenza, ad esempio, se saranno stranieri già in possesso del foglio di via e per i quali lo Stato abbia già raggiunto un accordo con gli Stati di origine per il loro rimpatrio, o se invece tutte queste procedure dovranno essere espletate mentre gli immigrati continuano a rimanere nei Cpr. O ancora, punto essenziale per la nostra città, già duramente criticato dai sindacati di polizia, se le forze dell’ordine destinate alla struttura saranno distolte dall’organico previsto per il nostro territorio o saranno aggiunte ed espressamente dedicate a questo servizio. Per noi è fondamentale avere la certezza che non verranno sottratti agenti impegnati nella sicurezza cittadina, come non tollereremo nuove gestioni frutto di gare al massimo ribasso che avevano comportato lo sfruttamento dei lavoratori, spesso malpagati o non pagati affatto, e il collasso finale della struttura. Le giuste ragioni di sicurezza e del rispetto delle regole devono essere coniugate con il rispetto dei diritti umani, condizioni che nei vecchi Cie non furono rispettate. Attendiamo – conclude Carpentieri – risposte certe su temi che consideriamo dirimenti”.