Direzione, Lucia Bursi “Continuiamo a fare politica tra la gente”

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Prima Direzione provinciale del dopo-referendum per il Partito democratico modenese: tanti i temi analizzati dal segretario provinciale Pd Lucia Bursi nel suo intervento iniziale, dall’analisi del voto alle prospettive future, dal congresso ai temi sociali su cui cominciare a discutere nei Circoli. In apertura della Direzione è stato osservato un minuto di silenzio in memoria delle vittime di Berlino, mentre il segretario provinciale ha ricordato la figura del senatore Silvio Miana, recentemente scomparso.

Il risultato del referendum a livello nazionale e locale, le dimissioni di Matteo Renzi, il nuovo Governo e l’Assemblea del Pd: il segretario provinciale del Pd Lucia Bursi, la sera di mercoledì 21 dicembre, alla Direzione provinciale del Pd convocata a Palazzo Europa, ha tracciato il quadro della complessa situazione politica attuale e delle azioni che il partito, anche a livello locale, dovrà intraprendere nelle prossime settimane. Uno scenario italiano che non può essere disgiunto da quanto sta accadendo in Europa e nel mondo, a cominciare dal martirio di Aleppo e dall’ennesima strage terroristica di Berlino. “Una situazione generale che non possiamo dimenticare – ha detto Lucia Bursi – come sfondo rispetto alle analisi, non tanto elettorali, quanto sociali”. Gli aspetti sociali hanno pesato, e molto, nel voto referendario: “C’è un dato positivo – ha spiegato Lucia Bursi – ed è quello dell’affluenza. Dopo le elezioni regionali in Emilia-Romagna, la società è come se si sia risvegliata: l’alta affluenza è un dato di democrazia. Quanto a chi ha votato No dobbiamo capire chi e poi comprenderne le motivazioni, interrogarci su voto del Sud, dei giovani, delle periferie, intese non solo come periferie urbane, ma anche sociali e culturali. Le riflessioni di merito dovranno fornirci lo stimolo per “ripartire dall’Italia” come è stato detto efficacemente all’Assemblea nazionale, ma anche, aggiungo io, ripartire dal Pd e dai Circoli dove dovremo cominciare a discutere di alcuni temi imprescindibili, il lavoro, le tutele per i giovani, immigrazione e integrazione, sicurezza. Insomma, di tutti quei temi che possiamo ascrivere al capitolo “Comunità e coesione sociale”. L’altro elemento da cui ripartire, ha aggiunto il segretario provinciale del Pd, è quello degli amministratori: “Veniamo da anni – ha spiegato Lucia Bursi, anche sulla base della sua esperienza di ex sindaco – in cui si è applicata una sorta di “camicia di forza” ai Comuni in termini di possibilità di investimento e di fiscalità locale”. Quanto all’esito vero e proprio del referendum a Modena, con il dato molto positivo della città, ma anche della provincia, Lucia Bursi ha ricordato “Siamo stati sul territorio, quello che deve fare un partito radicato”. Ora il Pd modenese dovrà prepararsi ad una ipotesi di voto anticipato, mentre il congresso andrà alla sua scadenza naturale in autunno: “Personalmente ritengo coerente – ha commentato il segretario provinciale – non aver anticipato il congresso perché questo importante dibattito non può essere sincopato e non può trasformarsi in una resa dei conti. E alla domanda di “come si sta in un partito?”, io rispondo dicendo innanzitutto con il rispetto degli altri e delle loro idee. Qui a Modena abbiamo provato a praticarlo, mi pare positivamente”. Parte ora una fase di ascolto, sono già previste per gennaio giornate di approfondimento, ma quello che è davvero essenziale, ha concluso Lucia Bursi è “continuare a fare politica tra la gente perché è questo quello che non deve mai perdere di vista il Partito democratico”.