Student act, Ghizzoni “Si investe sui diritti degli studenti”

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Una delle novità assolute della legge di Bilancio appena presentata dal Governo è il cosiddetto “student act”, pacchetto di norme per estendere l’accesso allo studio universitario: quattro provvedimenti correlati, alla cui costruzione ha partecipato in maniera attiva la parlamentare modenese del Pd Manuela Ghizzoni, componente della Commissione Istruzione della Camera. Ecco la sua dichiarazione in proposito:

“Una misura mai applicata in Italia, la no tax area, e tre provvedimenti complementari in grado di allargare la risposta a diverse sfaccettature dello stesso bisogno, l’accesso allo studio universitario. Una sorta di tavolo con quattro gambe che ne garantiscono l’equilibrio: se ne viene a mancare una, si ribalta. Il tavolo, nel mio immaginario, è il dettato dell’articolo 34 della Costituzione: “i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Le quattro gambe sono i provvedimenti contenuti nella legge di bilancio. La prima è l’istituzione, in tutte le università statali, di una “no tax area” per gli studenti con un reddito familiare Isee inferiore ai 13mila euro, una misura che aiuta e incoraggia chi vuole, comunque, cimentarsi con la formazione universitaria, sebbene le condizioni economiche di partenza non glielo consentirebbero. Tasse calmierate sono poi previste per gli studenti che hanno un reddito familiare che va dai 13mila ai 30mila euro Isee. Agli atenei sono garantite risorse compensative, affinché possano continuare ad assicurare, nonostante le minori entrate, lo stesso livello dei servizi e della didattica. La “no tax area” è una importante innovazione di carattere sociale per l’Italia, dove l’università costa molto per i redditi più bassi. Seconda gamba del tavolo: l’attività di tutoraggio. Ostacolo al proseguimento degli studi non è solo l’ambiente economicamente svantaggiato, ma anche un contesto culturale meno favorevole. Va garantito, quindi, un supporto adeguato di tutoraggio che, soprattutto nel primo anno, o in momenti di crisi, possa accompagnare lo studente fino al conseguimento della laurea. Terza gamba, e terzo caso di bisogno: i ragazzi che già sono accompagnati (anche se “debolmente”) dall’attuale sistema del DSU. Alla carenza di risorse si risponde rendendo stabile nel tempo l’incremento di 50 milioni già disposto per il 2016, così che il Fondo statale che integra le (poche) risorse regionali supererà costantemente i 210 milioni di euro. Infine, la quarta gamba, quella relativa a giovani con meriti scolastici o talenti particolari, sempre provenienti da classi sociali non abbienti. Per almeno 400 studenti è prevista quella che è stata definita una “superborsa di studio”, in grado di garantire una vita universitaria (o da iscritto al Conservatorio o all’Accademia di Belle Arti) “in autonomia”, anche in una città diversa quella di residenza. Con lo StudentAct, quindi, si prevedono risorse e misure innovative. A chi dice che sono norme che privilegiano alcuni, a scapito di tanti altri, rispondo che siamo lontani dalla retorica della meritocrazia sbandierata da Gelmini e Berlusconi: sono individuati criteri specifici e selettivi basati su precise condizioni sociali e anche, ma non solo, di merito, in quell’accezione costituzionale che tiene a mente le pari opportunità. Il diritto allo studio è finalmente affrontato in modo sistemico e strutturale, con una progressiva gradazione di interventi capaci di intercettare bisogni diversi. Perché, come disse Don Milani “Non c’è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali”.

photo credit: Emanuele Rosso via photopin cc