Clima, Vaccari “Bene Italia ed Europa su Cop21 ma ora accelerare”

Dai parlamentari

Il senatore modenese del Pd Stefano Vaccari, capogruppo Pd in Commissione Ambiente a Palazzo Madama, a margine dell’audizione del ministro dell’Ambiente Galletti, ribadisce l’importanza dell’accordo di Parigi, ma chiede anche di accelerare sui provvedimenti da adottare. Ecco la sua dichiarazione:

“L’accordo di Parigi è di per sé un accordo storico. La firma unanime ha richiesto una faticosa opera di mediazione, il cui merito va alla presidenza francese della COP21 e al ruolo giocato dall’Europa e dall’Italia per il contributo già dato al raggiungimento degli obiettivi al 2020. Tuttavia l’accordo di per sé ancora non basta”. Lo afferma il senatore Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Ambiente, a margine dell’audizione del ministro Galletti. “Il fattore tempo sarà decisivo. Dopo Parigi non abbiamo certezza che l’obiettivo del contenimento del riscaldamento globale a due gradi potrà essere raggiunto. Le quantità di riduzione delle emissioni sin qui indicate dagli Stati – spiega – non sono sufficienti e manca un tempo massimo di raggiungimento del picco oltre il quale le emissioni globali dovranno diminuire. Più tardi si ridurranno le emissioni, più si allontana la possibilità di contenere il surriscaldamento entro i due gradi. In parallelo con la mitigazione delle emissioni di Co2 – prosegue Vaccari – è fondamentale condurre attività di adattamento agli effetti più severi del riscaldamento globale, come gli eventi meteorologici estremi, a cui sono più esposti soprattutto i Paesi più poveri. Serve un’accelerazione per rendere più veloce e semplice, oltre che condiviso, il percorso per spendere le risorse che il Governo ha già messo a disposizione della mobilità sostenibile, dell’efficientamento energetico delle scuole e egli edifici, del rinnovo del parco mezzi. L’attuazione della strategia nazionale di adattamento che COP21 chiede ai singoli Paesi passa anche da qui. Rafforzare subito la resilienza – conclude Vaccari – ridurre le vulnerabilità dei territori e aumentare la comprensione dei fenomeni, puntando anche sulle conoscenze delle comunità locali”.

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