Vaccari “Rivedere l’attuale modello di sovvenzioni alle Società di corse”

Dai parlamentari

«Attualmente i contributi erogati dal Ministero delle Politiche agricole alle Società di corse gestori di ippodromi, non tengono conto dell’attività effettivamente svolta né tanto meno dei costi sostenuti per la manutenzione degli impianti, ma si basano esclusivamente su un parametro demografico, ossia quello relativo alla popolazione del comune dove ha sede la struttura. In questo modo non si valorizza chi investe, occorre rivedere l’attuale modello.» Il senatore modenese del Pd Stefano Vaccari ha depositato un’interrogazione al ministro delle Politiche agricole per sollevare un problema più volte denunciato anche dai gestori dell’ippodromo di Modena. Ecco la sua dichiarazione:

“Recentemente il Consiglio di Stato, con il parere espresso lo scorso ottobre, ha riconosciuto che quella svolta dalle Società di corse non è un’attività imprenditoriale tout court, volta cioè esclusivamente al perseguimento di un profitto, ma si prefigura come la gestione di un servizio, per conto del Ministero, con un evidente interesse pubblicistico. Di conseguenza, pare altrettanto evidente, che per garantirne l’efficace svolgimento, un servizio di questa natura richieda un adeguato contributo parametrato agli investimenti ed ai costi effettivamente sostenuti dai gestori degli ippodromi, secondo un principio analogo a quello del “full cost recovery”, di matrice comunitaria e vigente per esempio in ambito di tariffe idriche. Attualmente invece i contributi erogati dal Ministero delle Politiche agricole non tengono conto né dell’attività effettivamente svolta per il miglioramento delle corse né di uno dei principali costi sostenuti dalle Società gestori per lo svolgimento del servizio, ossia quello legato alla manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, degli impianti. Al momento l’unica valutazione impiegata si basa su un parametro puramente demografico, ossia quello relativo alla popolazione del comune dove ha sede la struttura. In questo modo non si valorizza chi investe, ma si incorre anche in storture, difficilmente giustificabili. Vi sono infatti ippodromi che, senza una ragione logica apparente, percepiscono due volte il contributo: una per l’attività di trotto, l’altra per quella di galoppo. Un problema più volte denunciato anche dai gestori dell’impianto modenese, senza che i loro rilievi venissero accolti dal Ministero. Ci chiediamo se a fronte di queste considerazioni non si ritenga ora invece opportuno procedere ad una revisione del modello fino ad ora utilizzato.”

photo credit: Never give up via photopin (license)