Pd Vignola “Polizia municipale, Smeraldi a che gioco sta giocando?”

Dai Circoli

Le tre liste civiche di maggioranza hanno presentato in Consiglio comunale un ordine del giorno che chiede al sindaco – e presidente dell’Unione – un’ipotesi di riorganizzazione del Corpo unico di Polizia Municipale. Ma una materia tanto complessa e delicata non può essere affrontata con questa leggerezza e approssimazione. Ecco la nota del Pd di Vignola:

«Lunedì sera, in Consiglio comunale, le liste civiche che sostengono la Giunta guidata da Mauro Smeraldi hanno presentato un ordine del giorno per chiedere una verifica e riorganizzazione del servizio di Polizia Municipale. Nello specifico il documento, che parte dalla premessa per cui le unità dislocate sul territorio di Vignola sono ampiamente insufficienti, chiede di verificare l’attuale gestione degli agenti, in modo che a Vignola siano assegnati più vigili: visto che paghiamo di più, ce ne spettano di più – è il ragionamento. Come dichiarato dal capogruppo Minozzi, se queste richieste non venissero ascoltate, allora diverrebbe opportuno un cambio di direzione del servizio, che possa garantire una risposta positiva alle istanze presentate in consiglio. Dalle parole dell’esponente di maggioranza, si deduce che c’è un problema nei confronti dell’attuale comandante della Polizia Municipale, e che si stia chiedendo – tra le righe – la sua liquidazione: è così, domandiamo noi? Ma non basta: come affermato dal vicesindaco Pelloni – e rimarcato dallo stesso sindaco – qualora non si pervenisse a una soluzione soddisfacente, Vignola prenderà in seria considerazione anche la possibilità di uscire dal Corpo unico di Polizia Municipale. Il Pd di Vignola condivide la preoccupazione per la sicurezza: già dalla campagna elettorale dello scorso anno i cittadini hanno richiesto a gran voce un impegno maggiore su questo fronte, con un aumento della presenza degli agenti sulle strade e controlli più frequenti, specie in determinate ore del giorno. È utile ricordare ai cittadini che la Polizia Municipale è un servizio che i comuni facenti parte dell’Unione Terre di Castelli hanno delegato all’Unione stessa, fatto che nel tempo ha permesso una riduzione generale dei costi e il mantenimento del servizio di vigilanza anche nelle ore serali, oltre che in quelle diurne, e la flessibilità per la gestione in sicurezza dei numerosi eventi sul territorio. La Polizia Municipale a livello di Unione è organizzata con un comando centrale con sede a Vignola e altre sedi dislocate, i presidi, nei comuni, escluso Savignano che anni fa ritirò la delega salvo poi trovarsi un costo di gestione maggiorato del 20% e una copertura oraria minore rispetto agli altri comuni. Il problema vero è che il numero dei vigili presenti sul territorio è ancora oggi inferiore al necessario, ma non per volontà politica, bensì per vincoli imposti dal bilancio dell’Unione Terre di Castelli. Noi crediamo che una materia tanto complessa è delicata non possa divenire terreno di scontro per battaglie ideologiche. Ci chiediamo dunque a cosa miri la maggioranza: perché sollevare il problema proprio adesso che l’assessore di riferimento, Fabio Franceschini, ha introdotto un percorso di riorganizzazione consultando ripetutamente anche Vignola? La fretta con cui è stato trattato il tema in consiglio (tra l’altro, proprio nei giorni successivi alle prime proteste del sindacato SULPM) non ci sembra politicamente il modo migliore per affrontarlo. Il Partito Democratico ha più volte sollecitato la maggioranza ad affrontare la questione sul piano tecnico, proponendo un confronto all’interno della Commissione competente, ottenendo in cambio un netto rifiuto. Sono ancora molti i punti oscuri che meritano di essere discussi e chiariti. Chiediamo quindi alla giunta e alla maggioranza di lasciar perdere le boutade da consiglio, e di convocare subito una commissione in cui poter discutere i dati sul servizio insieme al comandante dei vigili: il tema della sicurezza non può essere trattato con tanta leggerezza e approssimazione, e soprattutto non può dimenticarsi che si tratta di una delega conferita in Unione e non liberamente disponibile da parte dei singoli enti».

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