Patriarca “Ripensare il sistema di accoglienza dei migranti”

Dai parlamentari

I problemi evidenziati dalla Commissione al Cara di Mineo sono ulteriore prova della necessità di ripensare il sistema di accoglienza dei migranti, non solo a livello nazionale, ma anche, e soprattutto, a livello europeo: sono queste le conclusioni a cui sono giunti i componenti della Commissione d’inchiesta sui migranti al termine della visita di quattro giorni in Sicilia. Ecco la dichiarazione del deputato modenese del Pd Edoardo Patriarca, vicepresidente della stessa Commissione:

“Si conclude oggi la visita in Sicilia della Commissione di inchiesta sui migranti. Ha svolto attività di acquisizione di informazioni e atti relativi al sistema di accoglienza e identificazione e alle condizioni di trattenimento dei migranti, iniziando la missione con l’ispezione al cosiddetto Cara di Mineo, il Centro di accoglienza dei richiedenti asilo, e terminandola con il sopralluogo e l’audizione al Centro di prima accoglienza di Pozzallo. L’ispezione al Cara di Mineo ha mostrato l’esistenza di diversi problemi non risolti di tipo gestionale, ma anche, più in generale, di concezione della struttura. La concentrazione di grandi numeri – mediamente qui ci sono 3000 persone – sistema previsto per l’emergenza 2002, ha definitivamente mostrato tutte le sue criticità. Siamo di fronte a un sistema inadeguato per i richiedenti asilo, che mette a rischio sia la tutela della loro dignità sia l’attivazione di un reale processo di integrazione. Pochissimi di loro, ad esempio, dopo due anni di permanenza, conoscono la lingua italiana, nonostante siano previsti corsi di formazione. Al termine delle audizioni di tutti i soggetti coinvolti, inoltre, sono stati acquisiti elementi che evidenziano criticità assai pesanti nella gestione e nella conduzione della struttura. C’è la necessità di compiere approfondimenti e verifiche sulle modalità di fornitura di beni e servizi, sul servizio di gestione e sul reclutamento personale. E’ prioritario fare assoluta chiarezza: nessun aspetto può rimanere opaco, considerando l’utilizzo dei fondi pubblici. Più in generale, è parso chiaro a tutti che dall’emergenza occorre passare al governo del fenomeno migratorio, considerandolo in una dimensione oramai strutturale, evitando la concentrazione di grandi numeri di persone, che hanno impatti problematici sulle aree circostanti, e puntando alla creazione di strutture di accoglienza diffuse su tutto il territorio. Dall’emergenza, comunque, si esce solo se tutta l’Unione europea si impegna a pensare il Mediterraneo e i Paesi del sud come confini europei e non nazionali. Occorre rivedere le modalità previste dal Trattato di Dublino che impedisce ai migranti che fanno richiesta di asilo di poter accedere a tutto il territorio europeo e non solo, come accade oggi, a quello del Paese che li ha accolti. Il Governo è impegnato attivamente per trovare una soluzione che faccia uscire dall’emergenza e ci permetta di affrontare il fenomeno migratorio con politiche lungimiranti”.

photo credit: SiciliaToday via photopin cc