Banche, Patriarca “Per le popolari meglio una riforma condivisa”

Dai parlamentari

Il sistema delle banche popolari eroga in Italia tra un quarto e un terzo del totale dei crediti concessi, con particolare riferimento al credito tradizionale, alle piccole e medie imprese e alle famiglie: è partendo da questi dati che il deputato modenese del Pd Edoardo Patriarca, componente della Commissione Affari sociali della Camera, chiede che la riforma delle banche popolari non avvenga per decreto legge, ma previo confronto con i soggetti coinvolti, in modo da preservare il ruolo che le banche popolari hanno verso l’economia dei rispettivi territori. Ecco la sua dichiarazione:

«Riformare il sistema delle banche popolari italiane con un decreto legge appare una decisione repentina e non dettata da effettive ragioni di urgenza, che merita qualche riflessione in chiave critica. Le banche popolari agiscono in maniera capillare sui territori e dedicano la maggior parte della loro attività all’esercizio del credito tradizionale, con un’attenzione particolare ai bisogni dei territori di insediamento, delle piccole e medie imprese – e tra queste metto anche le imprese sociali e le organizzazioni del Terzo Settore – e più in generale delle famiglie. Alcuni dati evidenziano che, appunto nell’esercizio di tale attività, le banche popolari in Italia erogano tra un quarto e un terzo del totale dei crediti concessi dal sistema bancario nazionale. Smantellare con un decreto legge la storia di un sistema bancario popolare che ha un passato ultracentenario, improntato sulla cooperazione e sul mutualismo, senza aver preventivamente avviato un momento di confronto tra le parti, desta in me come in tanti altri colleghi – parlamentari ed esponenti del Terzo settore – una seria preoccupazione. Questo non vuol dire che il sistema delle banche popolari abbia il diritto di mantenere rigidamente le proprie posizioni sugli attuali modelli di governo e di partecipazione. Ben altro impatto e ben altro risultato deriverebbero da un sano confronto tra le parti, sull’esempio della riforma del Terzo settore, promossa proprio dal presidente del Consiglio. Anche per le banche popolari il Governo potrebbe concedere un ben preciso periodo di tempo per ricevere proposte concrete e, successivamente, avviare un serrato tavolo di confronto per giungere a riforme condivise, che consentano alle banche popolari di proseguire nel loro indispensabile ruolo verso l’economia dei nostri territori».