Regionali, Simona Arletti “Italia ancora arretrata sul “fine vita””

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La candidata Pd al Consiglio regionale Simona Arletti, in questo momento in cui sono state appena celebrate le ricorrenze legate ai defunti, avendo promosso come ex assessore agli affari generali e ai servizi demografici del Comune di Modena il testamento biologico e la creazione dell’impianto di cremazione, si pronuncia sui temi delicati, ma fondamentali della fine vita e della sepoltura. Si tratta di lavorare a vari livelli istituzionali per permettere ai cittadini di scegliere e quindi di allargare il campo dei diritti per tutti, senza nuocere a nessuno. Ecco la sua dichiarazione:

“Il testamento biologico è un documento firmato che consente di dare disposizioni anticipate nel caso di una malattia terminale o in fase avanzata o inguaribile (coma irreversibile) o invalidante che renda incapaci di comunicare ed esprimere la propria volontà. Ad esempio nel caso in cui ci si immagini nel futuro in uno stato vegetativo persistente. Da questo documento è possibile trarre le disposizioni in merito al consenso o al rifiuto dei trattamenti medici, anche quelli “salva vita”, e quindi dichiarare in modo preciso le proprie convinzioni in merito alle ultime fasi della propria esistenza. Mentre nei paesi più moderni dell’Europa già da tempo ci sono leggi che regolano la materia del testamento biologico, in Italia manca ancora una legge specifica sulle dichiarazioni anticipate di trattamento. A Modena ho promosso una deliberazione consiliare che consente di depositare questa dichiarazione presso il Comune attraverso un servizio apposito che è attivo dal 14 giugno 2010: il cittadino può recarsi all’Ufficio di stato Civile munito della dichiarazione di volontà e nominare persone di fiducia con il compito di far valere la dichiarazione, sapendo di poter sempre richiedere la cancellazione dal registro. Il 7 febbraio 2011, a due anni dalla morte di Eluana Englaro, a Modena ho promosso anche un confronto sulle esperienze dei registri che accolgono le dichiarazioni anticipate di volontà. Di fatto non esiste nessuna altra risposta alla domanda dei cittadini di poter manifestare la propria volontà in merito ai trattamenti da ricevere in caso di malattie o incidenti fortemente invalidanti. La regione di maggiore diffusione dei registri è l’Emilia-Romagna, ma dobbiamo continuare a diffondere questa eccellenza in attuazione dell’articolo 32 della Costituzione (“Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”)”. “Altrettanto importante è dare alla possibilità ai cittadini di scegliere la cremazione, un segno di civiltà che aiuterebbe anche a dare una risposta concreta alle esigenze di spazio. A Modena abbiamo inaugurato il forno crematorio presso il Cimitero San Cataldo il 20 novembre 2012 e nei primi dieci è stato utilizzato per 1.331 defunti. La struttura modenese è tecnologicamente all’avanguardia anche per la tutela dell’ambiente, in quanto abbiamo seguito tutte le indicazioni di ARPA per tutelare l’aria che respiriamo. Si ha un interesse crescente da parte dei i cittadini verso questo tipo di scelta di sostenibilità e anche a livello regionale è importante incentivarla ulteriormente verso i propri residenti, in questo periodo di crisi e difficoltà economiche, sforzandosi per proporre tariffe abbordabili. La Regione in questo deve svolgere un maggiore ruolo di panificazione cimiteriale in modo da garantire che tutti i cittadini possano ad esempio scegliere la cremazione avendo a disposizione i servizi necessari o abbiano adeguate sale del commiato anche laico”.