«La rissa avvenuta presso il CAS di Via delle Costellazioni certifica l’aggravarsi di una situazione sfuggita di mano al Governo che non solo è proprietario della struttura ma, per la sua scelta di non rilanciare ed aumentare le forze dell’ordine modenesi, mette a rischio la sicurezza della zona e della città quando scoppiano episodi così cruenti – si legge nella nota di Antonio Carpentieri, capogruppo Pd in Consiglio Comunale –. Occorre far chiarezza, non si può continuare a prendere in giro i cittadini. La proprietà dell’immobile che ospita il Centro di Accoglienza Straordinaria (C.A.S.) di Via delle Costellazioni è di una società il cui capitale è interamente detenuto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e precisamente INVIT SGR (Investimenti Italiani Immobiliari). Inoltre, occorre precisare che i Centri di Accoglienza Straordinaria sono strutture la cui locazione è individuata dal Governo per il tramite della Prefettura. Il CAS ivi collocato è di grosse dimensioni ed ospita, a quanto risulta, oltre 280 migranti, tutti concentrati in unico immobile a ridosso di una zona densamente abitata. La rissa scoppiata domenica ha coinvolto migranti del CAS che, come detto, convivono in spazi ristretti e concentrati nel palazzo che ospita i migranti. Il Partito Democratico e l’Amministrazione Comunale hanno più volte detto e scritto al Governo che con questi numeri non si poteva reggere. Questo perché non si può fare vera accoglienza con numeri così elevati e concentrati e se c’è emergenza quotidiana e quindi non puoi avere l’equilibrio di “diritti e doveri”.
Si aggiunga che, oltre alla colpevole scelta governativa (forse non casuale) di concentrare tante persone in unico punto, c’è l’altra scelta di lasciare di lasciare sola e sguarnita la Questura di Modena e le Forze dell’Ordine in generale, a gestire un ordine pubblico che sempre più spesso raggiunge livelli alti di tensione. In buona sostanza non è possibile pensare di “scaricare” sugli agenti di stanza oggi a Modena, che attendono rinforzi da mesi e mesi, criticità che sfociano anche in risse assai pericolose sia per i migranti sia per i residenti che abitano in zona. Non possono bastare i controlli dell’edificio e i 14 servizi svolti nel 2023 e 2024 (in cui sono state identificate e controllate 96 persone; 3 di queste denunciate in stato di libertà per spaccio di sostanze stupefacenti; altre 10 deferite all’Autorità Giudiziaria) dalla Polizia Locale che ha lavorato o in autonomia oppure insieme a Carabinieri o Polizia di Stato, senza cospicui rinforzi statali. Il punto vero politico è che dopo la propaganda, esiste la realtà: gli sbarchi nel 2023 hanno superato quota 130mila, il doppio rispetto al 2022 con più di 2000 morti annegati. L’accordo con il dittatore tunisino Saied per fermare le partenze rispettato solo sulla carta. L’annuncio della Presidente Von der Leyen sul sostegno dell’Europa all’Italia è stato demolito dal “fuoco amico” polacco, ungherese e di Salvini. La redistribuzione dei migranti in Europa è ferma. Il piano per realizzare un Centro per i rimpatri (Cpr) in ogni regione respinto perfino dal Presidente Zaia. I sindaci, sia di destra che di sinistra, contro gli invii senza preavviso di centinaia di persone da accogliere senza che ci siano più le risorse e un piano per l’accoglienza diffusa.
A ciò si aggiunga che la scelta di questa destra a partire dal Ministro Salvini è stata quella di superare il metodo dell’accoglienza diffusa che permette di gestire le persone accolte, formarle, lavorando per un loro inserimento con il territorio per non farle sentire corpi estranei, per passare a centri con grandi numeri che però non favoriscono né gli immigrati e nemmeno il territorio che deve accoglierli. Questa “sciagurata” scelta politica è stata concretizzata dai bandi via via emanati con basi economiche insostenibili per un metodo di accoglienza diffusa e che portano a gare deserte. Queste scelte le pagano le persone da accogliere e i cittadini che si ritrovano grandi centri vicino casa. Il disastro organizzativo e logistico del Governo in materia di migranti e sicurezza è sotto gli occhi di tutti. L’approccio repressivo e identitario del Governo è un fallimento. Modena non può pagare per queste scelte “scellerate” del Governo: continui invii di migranti sul nostro territorio senza coordinamento con l’ente locale, lasciando sola la nostra Questura a gestire emergenze come quella di domenica scorsa. Ora basta, il Governo ripensi ad una seria ed equa redistribuzione dei migranti e valuti la petizione dei cittadini del Quartiere che chiede che l’immobile ritorni ad ospitare studenti».
Antonio Carpentieri
Capogruppo PD e Responsabile sicurezza