Raccolta rifiuti, Bagni: “Proseguire, migliorando dove occorre: i cittadini sanno che le azioni per un futuro sostenibile non sono rinviabili”

Comunicati, Senza categoria

28 giugno 2023

La responsabile Ambiente della Segreteria del Partito Democratico della provincia di Modena interviene sul tema dell’economia circolare: “Rispetto alla sfida ambientale, i cittadini condividono l’obiettivo. Quel che serve è monitorare attentamente il servizio, correggere quel che serve e investire energie e risorse in comunicazione”

Lo sviluppo del modello di raccolta dei rifiuti e dell’economia circolare su scala regionale e locale restano una priorità non rinviabile.

I cittadini, ne siamo convinti, non chiedono di tornare indietro. Al contrario, hanno a cuore una città pulita, un servizio efficace dal punto di vista ambientale, e che siano portate avanti azioni concrete per un futuro sostenibile”: con queste parole la responsabile Ambiente della Segreteria del Pd della provincia di Modena Caterina Bagni interviene sul tema della raccolta rifiuti, inquadrandolo nel più ampio quadro dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale.

“Siamo consapevoli – continua Bagni – che ogni cambiamento importante nella vita delle persone genera inizialmente anche inevitabili disagi, e per questo è importante accompagnare i cittadini nella trasformazione con dinamismo e attenzione, monitorando come già stanno facendo alcune amministrazioni – la qualità del servizio svolto dal gestore, tra i cui compiti c’è anche quello di individuare, nel caso, le criticità presenti e, ove necessario, introdurre correttivi al sistema, e investendo energie e risorse nella comunicazione”.

Occorre in ogni caso tener ben presente che “se non si interviene con decisione e in maniera significativa per la tutela ecologico-ambientale e la lotta ai cambiamenti climatici, i disagi per l’avvio di una nuova modalità di raccolta rifiuti saranno una leggera brezza di marzo a confronto della tempesta che arriverà nei prossimi anni.

Questa è la sfida del nostro tempo, che riguarda tutti noi, e riguarderà i nostri figli e i loro figli.

Occorre fermare l’inquinamento e le emissioni climalteranti, ma soprattutto occorre trovare un modello economico con una visione più sostenibile e rigenerativa.

Un modello rigenerativo è la cosiddetta ‘economia circolare’, in cui i prodotti vengono continuamente trasformati attraverso processi che riducono al minimo la produzione di rifiuti. L’economia circolare inverte il processo di crescita economica basato sul modello lineare ‘Estrai, produci, usa e getta’, che ci ha spinti a superare i confini delle risorse del pianeta.

Se vogliamo attuare la transizione all’economia circolare, e non si tratta di un’opzione, ma di una necessità vitale, dobbiamo essere consapevoli che è necessario attuare una grande trasformazione dei comportamenti, anche dei singoli.

La provincia di Modena sta attuando questo cambiamento anche attraverso la trasformazione del modello di raccolta dei rifiuti, finalizzata alla possibilità di estendere l’applicazione del principio “chi più inquina, paga” a tutto il territorio provinciale, in cui sono già tanti i Comuni che, da tempo, hanno trasformato i propri servizi, ottenendo importanti risultati, in termini di riduzione dei rifiuti prodotti e di percentuali di raccolta differenziata, grazie all’introduzione di modelli di raccolta domiciliare o con strumenti di riconoscimento dell’utenza, finalizzati all’applicazione della tariffa puntuale.

Nel valutare le politiche sui rifiuti è infatti necessario non limitarsi a leggere i dati di percentuale raccolta di differenziata o riciclo, ma occorre osservare l’effetto che queste hanno in termini di sviluppo dell’economia circolare e, in particolare, rispetto alla riduzione della produzione totale dei rifiuti”. 

“Tra gli strumenti di tipo fiscale che sono considerati a supporto dell’economia circolare – conclude l’esponente Dem – l’introduzione della tariffa puntuale corrispettiva produce effetti diretti sulla quantità di rifiuti indifferenziati prodotti, perché l’introduzione del principio “chi più inquina, più paga”, oltre a collegare un esborso economico direttamente alla produzione di rifiuti non differenziati, genera nei cittadini maggiore consapevolezza del loro impatto ambientale, favorendo quindi buone pratiche di prevenzione.

Attuare la transizione all’economia circolare significa anche mettere in campo una strategia che renda più resilienti le attività economiche rispetto alla capacità di reperire materie prime e di gestirne al meglio la volatilità dei prezzi. L’ultimo Green Deal afferma che entro il 2030 l’economia circolare potrebbe generare oltre 700 mila posti di lavoro nell’UE e un +0,5% di PIL”.