“Abbiamo bisogno di un sistema giudiziario che risponda alle richieste di aiuto”, dice la portavoce della Conferenza Donne Democratiche modenesi, “ancora una volta emergono le lacune che pervadono il nostro ordinamento giuridico del tutto inefficace nella protezione delle donne”. La nota:
“Le notizie che ci arrivano da Castelfranco Emilia parlano di un’altra tragedia familiare, l’ennesima, impossibile da ignorare. Davanti all’omicidio efferato delle due donne ciò che è certo è che – anche questa volta – non siamo riusciti a fare abbastanza, come comunità, come forze dell’ordine, come autorità tutte. Dalle informazioni rese note fino ad ora, la vittima aveva segnalato la situazione tramite la presentazione di denunce e querele per maltrattamenti e stalking. Pare che queste fossero state archiviate o in fase di valutazione preliminare da parte della magistratura. Emergono dunque senza sosta le lacune che pervadono il nostro ordinamento giuridico, tutt’ora incapace di proteggere efficacemente le donne che richiedano aiuto: le misure arrivano troppo tardi e in misura insufficiente rispetto a quanto realmente necessario. In presenza di un compagno che usa violenza in qualsiasi forma, la separazione – fattuale e/o giuridica – si traduce in una sentenza di morte se gli strumenti di protezione esistenti non vengono attivati tempestivamente. L’educazione e il cambiamento culturale sono tasselli essenziali della lotta alla violenza sulle donne ma non sono in grado, da soli, di prevenire il femminicidio: c’è bisogno di un sistema giudiziario capace di rispondere alle richieste di aiuto. In Emilia Romagna sono stati fatti progressi importanti dal punto di vista legislativo, ma ogni vita persa ci insegna che non è stato fatto abbastanza per impedire una morte annunciata”.