Negro: “Con sentenza Consiglio di Stato Mirandola passa dal ruolo di regia a comparsa”

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Il capogruppo liste civiche-Pd nel Consiglio dell’Unione dei Comuni dell’Area Nord Paolo Negro ha commentato la sentenza del Consiglio di Stato riguardo l’uscita di Mirandola dall’Unione: “Non abbiamo mai detto che Mirandola non fosse libera di uscire, ma stiamo ancora aspettando di vedere la convenienza economica di questa scelta”.

“Noi come Partito democratico, si vedano tutte le dichiarazioni, non abbiamo mai detto che l’Unione fosse una camicia di forza e che Mirandola non fosse libera di uscire, esercitando la propria autonomia. Abbiamo sempre e solo sostenuto che l’Unione non fosse un taxi da cui salire o scendere a piacimento: c’era cioè bisogno di tempo per riorganizzare i servizi, se si hanno a cuore i cittadini. Tanto è vero che, al di là della fretta sbandierata, di questo tempo ha beneficiato anche il Comune di Mirandola, non ritirando tutti i servizi che avrebbe potuto già ritirare, guarda caso. La sentenza conferma che Mirandola può uscire dall’Unione, ma non può uscire dai servizi che hanno meno di cinque anni dal loro trasferimento e, aggiungo, l’Unione nel frattempo ha gettato le basi per la sua riorganizzazione a otto comuni. Abbiamo poi sostenuto, politicamente, che uscire dall’Unione non convenisse a Mirandola: siamo ancora in attesa di vedere la convenienza economica, emergono invece sempre più chiari i maggiori costi. Inoltre il Comune di Mirandola dovrà ora decidere di uscire dai luoghi della direzione politica, ossia Giunta e Consiglio dell’Unione, ossia dai luoghi dove si decide. Insomma, la sentenza del Consiglio di Stato certifica che Mirandola è libera di passare dal ruolo di regia al ruolo di comparsa. Se la Lega si accontenta, affar suo, ma saranno gli elettori mirandolesi a tempo debito a decidere se gradiscono o no l’isolamento di Mirandola, quando la competizione è sempre più tra territori e non fra campanili. Intanto, quell’Unione da cui Mirandola si è chiamata fuori dovrà rappresentare e promuovere a tutti i livelli gli interessi generali della Bassa Modenese e far crescere il nostro territorio. Perché il prezzo degli arroccamenti medievali della Lega non lo possono pagare i cittadini con l’isolamento di tutta la Bassa”.