Famiglia no vax, Lorenzin “Giusto intervento del giudice: il bambino venga curato”

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La deputata Beatrice Lorenzin, responsabile del Forum Politica Sanitaria del Partito democratico ed ex ministro della Salute, commenta il caso dei genitori modenesi che rifiutano per il figlio trasfusioni di sangue dai vaccinati:  

“La notizia riportata dai quotidiani locali del piccolo di tre anni affetto da problemi di cuore da operare urgentemente a Bologna a cui i genitori rifiutano la trasfusione di sangue da persone vaccinate, pone una serie di riflessioni.

La più semplice e spontanea riguarda l’assurdità della situazione in sé: un padre e una madre si spingono a mettere in serio pericolo la vita del proprio figlio in base ad un pregiudizio no vax completamente destituito di ogni fondamento scientifico.

Questo genere di comportamento mi riporta alla mente i tanti episodi simili riscontrati in famose sette religiose, in cui la deriva dogmatica prevale su tutto, anche sul primario amore tra genitori e figli o sulla salvezza della propria stessa vita, come abbiamo visto dai casi di chi è morto per aver rifiutato anche le cure. D’altra parte molto del dibattito sulla vaccinazione è uscito da tempo dai binari di un confronto sulle basi dell’evidenza e ha preso la strada di una nuova e più convincente ‘verità’ che spesso diventa nuova vita, nuovo modello, bolla comunicativa, che investe molto di più in termini emozionali di un mero rifiuto della scienza.

La seconda ci induce a riflettere su chi protegge l’infanzia, nel momento in cui i bambini vengono privati di un loro diritto fondamentale, quello della salute, che dovrebbe essere garantito dai genitori, i quali hanno la grande responsabilità di dover assume decisioni per chi queste decisioni non può prenderle, i minori.

Troppo spesso nel dibattito che si sviluppa sui social in particolare sui vaccini, ci si dimentica facilmente le tante battaglie fatte per il riconoscimento dei diritti dei bambini, affinché non venissero più considerati proprietà dei genitori, ma soggetti autonomi a cui garantire i propri diritti.

Giusto quindi l’intervento di un giudice tutelare che garantisca il diritto alla salute di questo bambino a prescindere dalle ‘credenze’ dei genitori”.