Petizione ospedale Mirandola, consegnate 1.500 firme in Regione

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Consegnate questa mattina nelle mani della presidente del Consiglio regionale Emma Petitti 1.500 firme di cittadini che hanno sottoscritto la petizione sull’ospedale di Mirandola, promossa dal Gruppo consigliare nell’Unione dei Comuni ‘Liste Civiche Pd Bassa modenese’, unitamente al Coordinamento Pd della Bassa modenese. Ecco la nota:

 

“Abbiamo consegnato le 1.500 firme dei cittadini in calce alla petizione, illustrandone i contenuti e le finalità, alla Presidente del Consiglio Regionale Emma Petitti – afferma Paolo Negro, capogruppo in Unione del gruppo Liste Civiche Pd Bassa modenese -. Questa petizione è uno strumento per tenere il punto e l’attenzione della Regione su Mirandola e in generale sugli ospedali di questo tipo che svolgono un ruolo fondamentale e che, causa la lontananza dall’Hub provinciale, hanno specifiche difficoltà. La Ctss del luglio di un anno fa ha stabilito che la rete ospedaliera a nord della via Emilia deve essere imperniata su due ospedali di pari livello, Carpi e Mirandola. La programmazione sanitaria deve recepire e tradurre questo indirizzo politico, sancendo come sarà messo a terra in concreto: questo è il cuore della petizione. Sono già previsti oltre 50 milioni di investimenti sulla sanità nel nostro Distretto, tra ospedale di Mirandola e territorio. I passi in avanti quindi ci sono ma questi investimenti devono poggiare su una chiara scelta di fondo: consolidare nella programmazione provinciale, in modo più solido, la mission dell’ospedale di Mirandola, gli elementi qualificanti in cui si deve sostanziare e dare piena operatività alla sua pari dignità nella rete provinciale”.

Roberto Ganzerli, capogruppo del Pd a Mirandola: “La nostra petizione, ai sensi dell’articolo 16 dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, è uno strumento politico forte per mantenere alta l’attenzione sull’ospedale di Mirandola e fare un passo in avanti. La rivolgiamo alla Regione perché in ultima istanza è l’istituzione che ha la responsabilità politico istituzionale della qualità ed assetto della sanità sul territorio, al di là del ruolo cruciale dell’Ausl”.

“C’è l’ineludibile necessità di rendere più attrattivo l’ospedale di Mirandola – chiosa il presidente Commissione Sanità Gruppo Liste Civiche Pd Bassa modenese Carlo Tassi – e questo è possibile chiarendone e rafforzandone la missione, oggi ancora troppo fragile, nella rete e nella programmazione provinciale. Penso alla tempistica dilatata e l’incertezza stessa del rientro nell’ospedale di Mirandola della Unità Operativa Complessa di Cardiologia, dopo la sua delocalizzazione causa Covid. Un rientro che ribadiamo come necessario, perché Cardiologia è parte integrante ed essenziale del disegno di potenziamento di un ospedale attrattivo. Così come vi è la necessità del ripristino del Reparto di Anestesiologia e Rianimazione, che c’era prima del terremoto, senza il quale non c’è piena attrattività della struttura per gli anestesisti e quindi la piena operatività del disegno di potenziamento e pari livello dell’ospedale di Mirandola. Sono tutti punti qualificanti della petizione”.

Il vice presidente commissione Sanità Gruppo Liste Civiche Pd Bassa modenese Orville Raisi conclude: ““I concorsi e l’assunzione dei nuovi primari dedicati all’ospedale di Mirandola, l’istituzione dell’Obi pediatrico, la nuova TAC, la nuova funzione provinciale dell’Urologia di Mirandola, i cantieri che si sono aperti, sono tutti passi in avanti già operativi di cui diamo atto positivamente all’Ausl. Ma bisogna proseguire con coerenza in un quadro che renda più chiaro ruolo e futuro dell’ospedale di Mirandola. Per questo la petizione ribadisce  tutti i contenuti relativi al necessario potenziamento della struttura: superare definitivamente le aree omogenee; qualificare ciascun Reparto attribuendo il personale adeguato; revisionare funzionalmente gli spazi per accogliere nuovi posti letto e le nuove funzioni quali la Medicina d’urgenza; il rientro di tutte funzioni trasferite temporaneamente causa Covid; completare e rendere operative di tutte le specialistiche previste; ripristinare e valorizzazione tutte le sale operatorie; adeguare le attrezzature tecnologiche; ripristinare i posti letto di semintensiva; dar corpo finalmente all’interno dell’ospedale alla sinergia con il Distretto Biomedicale, il secondo al mondo. Il tutto come da programmazione condivisa”