De Castro-Gualmini “No all’aceto sloveno ingannevole per i consumatori”

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I parlamentari europei S&D Paolo De Castro ed Elisabetta Gualmini hanno presentato una interrogazione congiunta al commissario all’Agricoltura Wojciechowski sulle gravi conseguenze per i prodotti Igp e Dop emiliani derivate dalla norma slovena sugli aceti. ‘Concorrenza sleale – dicono De Castro e Gualmini – con le eccellenze italiane Dop e Igp’

‘La norma sulla qualità degli aceti sloveni è in chiaro contrasto con il regolamento Ue 1151/2012 sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari e rappresenterebbe un’evocazione in palese concorrenza sleale con prodotti italiani riconosciuti in tutto il mondo, come l’Aceto Balsamico di Modena Igp, l’Aceto Balsamico di Modena Dop e l’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia Dop. Per questo chiediamo al commissario all’Agricoltura Ue di obiettare l’adozione di tale norma da parte delle autorità slovene’. Questo, in sostanza, il contenuto dell’interrogazione congiunta presentata dagli europarlamentari italiani, Paolo De Castro ed Elisabetta Gualmini, al commissario all’Agricoltura Ue, il polacco Janusz Wojciechowski. Il 2 dicembre scorso le autorità di Lubiana hanno avviato la procedura prevista dalla direttiva Ue 1535/2015 notificando alla Commissione Ue una richiesta finalizzata all’approvazione di una norma sulla qualità dell’aceto e dell’acido acetico diluito che disciplini le condizioni in materia di qualità, etichettatura e tipologia che gli aceti sloveni devono rispettare. “Tale norma – osservano De Castro e Gualmini – presenta diverse criticità, riguardanti le denominazioni di vendita ammesse, in particolare l’introduzione delle definizioni di aceto vegetale per tutti gli aceti prodotti a partire da piante o parti di piante, e di aceto balsamico per tutti gli aceti contenenti succhi di frutta o mosti”. ‘Oltre al grave pregiudizio per le produzioni italiane e alla violazione dell’articolo 13 del regolamento Ue sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari che causerebbe l’introduzione della denominazione aceto balsamico – concludono gli eurodeputati Pd – l’introduzione di altre denominazioni di vendita controverse, quali aceto vegetale, misto o di vino diluito, pregiudicherebbe anche una corretta informazione al consumatore’.