Mirandolexit, Negro “Il Tar ci dà ragione su merito e conseguenze”

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“Esiste un principio di legalità che tutela i valori di una comunità, a cominciare dal come si sta insieme, che la Lega, nel voler imporre a suon di delibere un’operazione di chiaro stampo propagandistico, ha violato”: è il commento alla sentenza del Tar su Mirandolexit del capogruppo di Liste civiche-Pd nel Consiglio dell’Unione dei Comuni dell’Area Nord Paolo Negro. Ecco la sua dichiarazione:

“Il Tar ha annullato la delibera del Comune di Mirandola che sanciva il recesso dall’Unione dei Comuni dell’Area Nord senza rispettare i tempi previsti dalla normativa in vigore, senza un accordo con gli altri Comuni e senza ragioni oggettive evidenti. In sostanza, la sentenza del giudice amministrativo accoglie tutte le motivazioni che, come forze e amministratori del centrosinistra, avevamo ripetutamente illustrato contro un’uscita di Mirandola dall’Unione disordinata e in violazione delle regole. Esiste un principio di legalità che tutela i valori di una comunità, a cominciare dal come si sta insieme, che la Lega, nel voler imporre a suon di delibere un’operazione di chiaro stampo propagandistico, ha violato. Si può uscire da un’Unione, ma nel rispetto delle esigenze di tutti gli enti e di tutta la popolazione coinvolta. Devono essere passati almeno cinque anni dall’ultimo trasferimento di una funzione (e Mirandola ha trasferito l’ultimo servizio solo un anno fa) e questo per garantire – lo dice chiaramente il Tar, ma lo abbiamo sempre sostenuto anche noi in questi mesi – “il regolare funzionamento dell’Unione nel tempo, consentendo alla stessa una programmazione pluriennale che non sia soggetta alle mutevoli e unilaterali decisioni dei Comuni che ne fanno parte”. Il Tar accoglie anche un’altra argomentazione che abbiamo più volte sottolineato: “c’è un difetto di istruttoria e motivazione”. Significa che la Lega a Mirandola ha voluto andare avanti a testa bassa, a dispetto di tutti i pareri contrari, a cominciare da quelli del responsabile del servizio finanziario del Comune e del Collegio dei revisori, tirando in ballo inadempimenti degli altri Comuni che lo stesso Tar definisce “presunti”. Questo era vero allora, ma è vero tuttora. A distanza di mesi la Giunta di Mirandola e l’on. Golinelli non sono riusciti a produrre un solo numero che testimoni il vantaggio che i cittadini di Mirandola avrebbero dal recesso dall’Unione. Sono, invece, molto chiari i problemi. E lo sottolinea lo stesso giudice amministrativo quando riprende le motivazioni dei pareri negativi degli organi preposti che già avevano sottolineato come l’uscita avvenisse nell’assenza di qualsiasi valutazione sulle conseguenze patrimoniali, economiche e finanziarie. L’unica certezza è che il recesso da oltre 20 convenzioni comporterebbe effetti rilevanti immediati sul bilancio del Comune e sull’intero sistema dell’Unione dei Comuni, aggravati, aggiungiamo noi, dalla gravissima situazione sanitaria, sociale ed economica causata dalla pandemia”.