Ue, Gualmini “Ok al salario minimo, protezione per i lavoratori”

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La Commissione europea ha presentato la proposta di direttiva sul salario minimo, una misura con cui Bruxelles punta a rafforzare l’agenda sociale, la lotta contro la povertà salariale e soprattutto a dare risposte alla crisi drammatica che inizia a colpire lavoratori e imprese con la seconda ondata della Pandemia di Covid-19. Il commento dell’europarlamentare Pd Elisabetta Gualmini:

‘Un risultato storico che mette la lotta alla povertà in cima all’agenda europea. E’ una proposta rivoluzionaria – ha commentato Elisabetta Gualmini – su cui da tempo mi sto battendo in Europa insieme a tutto il gruppo dei Socialisti e Democratici. Con questa direttiva europea sul salario minimo l’Europa sta prendendo una strada nuova. Stiamo costruendo un argine di protezione dei lavoratori contro la concorrenza sleale e al ribasso sulle retribuzioni e contro redditi insufficienti a farli uscire dalla soglia di povertà’. La direttiva intende tutelare i lavoratori non coperti dai contratti collettivi, senza pregiudicare né l’autonomia delle parti sociali di negoziare e rafforzare lo strumento stesso della contrattazione collettiva, né la scelta degli Stati membri di fissare i salari minimi legali. Invita i governi però a istituire sanzioni e penalità per livelli salariali troppo bassi e un sistema di monitoraggio sotto stretta osservanza della Commissione Europea sulle dinamiche salariali e sul loro rapporto rispetto al potere di acquisto delle famiglie. ‘Dobbiamo impegnarci per dare a tutti le risorse minime per vivere dignitosamente: lo stipendio minimo, come il reddito di solidarietà su cui avevo lavorato in qualità di assessore al welfare della Regione Emilia-Romagna, è una misura di giustizia sociale: il contrario dell’austerità a danno dei più vulnerabili e del taglio ai diritti sociali che avevamo visto durante la crisi del 2008. La lotta alla povertà – continua Gualmini – è infatti anche lotta contro stipendi indegni e contro lo sfruttamento di tanti lavoratori: dagli addetti alla logistica e alle pulizie, dai commessi ai camerieri, fino ai lavoratori dei trasporti pubblici, agli operai e alle partite iva: a tantissimi precari, in particolare donne e giovani colpiti dalla crisi economica e oggi non coperti nemmeno da contratti collettivi, l’Europa sta dando una risposta storica’.