I capigruppo Pd in Consiglio comunale a Modena e Sassuolo Antonio Carpentieri e Mimma Savigni ribadiscono il valore della battaglia per l’innalzamento della Questura modenese in Fascia A, cominciata dal Pd a fine 2019 e che ha visto il partito impegnato, in questi mesi, nella raccolta di firme in calce a una petizione da mandare al ministro dell’Interno Lamorgese e nella presentazione di ordini del giorno nei Consigli comunali della provincia. “Modena ha da poco iniziato questa battaglia – confermano Carpentieri e Savigni – le elevazioni in Fascia A avvenute a dicembre 2019 erano arrivate alla fine di un percorso lungo e articolato”. Ecco la nota comune di Antonio Carpentieri e Mimma Savigni:
“Qualcuno ha voluto vedere contraddizioni nella battaglia politica che il Pd modenese ha intrapreso sull’elevazione della Questura in fascia A. Infatti il D.P.R. 5/12/2019 n.171 che ha “elevato” di fascia alcune città (Catanzaro, Trieste, Brescia, Bergamo, Salerno, Padova, Verona e Caserta) chiudeva un percorso iniziato tempo fa e che ha visto in dicembre solo l’ufficializzazione. Il Governo attuale non ha negato definitivamente questa possibilità per Modena che da poco ha iniziato questa sua battaglia, ma al contrario ha previsto nell’immediato rinforzi (10 unità) e ha detto testualmente che “…al momento non rientra Modena… tra le sedi di particolare rilevanza”. Infatti la risposta all’interrogazione della deputata Stefania Ascari, che ringraziamo per l’interessamento, non chiude la porta alle nostre richieste. E’ chiaro che il Pd modenese non si può accontentare di questo risultato e la nostra iniziativa politica partita nel dicembre 2019 punta proprio a questo: un coinvolgimento popolare con la raccolta di firme in calce alla nostra petizione e la presentazione o condivisione di ordini del giorno nei Consigli Comunali del territorio.
Nel quadro della finanza pubblica e delle risorse calanti, non ci aspettiamo che la nostra richiesta sia automaticamente accolta e siamo ben consapevoli che necessitano due condizioni: una oggettiva e cioè ragioni fondate sulla richiesta di un maggior impegno dello Stato sul tema sicurezza nei nostri territori e questo presupposto lo abbiamo argomentato nel nostro documento; una soggettiva che coinvolge la popolazione nel sostegno alla richiesta che si ottiene anche con le firme che i cittadini stanno apponendo in calce alla petizione. Infatti queste battaglie, a nostro parere, sono utili e necessarie se e in quanto hanno il sostegno del territorio indipendentemente da chi governa in quel momento. Il diritto alla sicurezza non appartiene a un singolo partito, ma ai cittadini che sui territori trovano forze politiche più pronte a sostenerlo”.