Serri: “Maggiore tutela per gli orfani di crimini domestici”

Dalla Regione, slider

Una Risoluzione della consigliera regionale modenese Pd Luciana Serri, presidente della Commissione Politiche economiche della Regione Emilia-Romagna, chiede al Governo di predisporre i regolamenti attuativi e permettere quindi l’erogazione dei fondi destinati agli orfani di crimini domestici.

Gli orfani di femminicidio sono al centro di una Risoluzione che la consigliera regionale Luciana Serri ha presentato in Regione Emilia-Romagna. “Da quasi due anni – spiega la presidente della Commissione politiche economiche Luciana Serri – è stata approvata una legge che vuole tutelare i figli rimasti orfani a causa di un omicidio commesso dal coniuge; sono state stanziate le risorse utili per il sostegno, per l’assistenza psicologica, per gli interventi di aiuto ai figli ma mancano ancora i regolamenti attuativi per l’attivazione del provvedimento che riguarderebbe quasi 2.000 ragazzi orfani. Per questo motivo oggi ho presentato alla Giunta regionale una Risoluzione per sollecitare il Governo ad una presa di posizione sulla volontà di attuare una legge così importante, che si configura anche come il primo atto normativo in materia in tutta Europa”.
“Sono necessarie a livello nazionale – spiega Luciana Serri – misure urgenti, economiche e sociali, a tutela di bambini e ragazzi economicamente non autosufficienti che vivono un dramma enorme, dettato dalla perdita di un genitore per mano dell’altro a seguito di un omicidio. L’Italia è il primo Paese ad aver approvato una legge specifica, legata agli omicidi domestici, per fornire risposte e rendere la vita di questi bambini un po’ meno difficile. Ma a fronte di una legge approvata dal Governo Gentiloni nel gennaio 2018, ad oggi sono ancora assenti i regolamenti attuativi necessari per l’erogazione di risorse a beneficio di questi giovani. Occorre dare piena attuazione a questa legge (n. 4 dell’11 gennaio 2018) per rispondere adeguatamente ai bisogni “speciali” di questi orfani, che si trovano la vita stravolta in un attimo”. La consigliera ricorda anche che “fortunatamente in Emilia-Romagna, oltre al tema dei centri antiviolenza e della rete di prevenzione e protezione a sostegno delle vittime, si può contare su una rete di Servizi Sociali Territoriali e Sanitari che rispetto alle tematiche della protezione e tutela dell’infanzia, del sostegno alle figure parentali significative, dell’affidamento familiare, garantisce interventi tempestivi. Serve però un salto di qualità, a livello nazionale: nel nostro Paese, la violenza contro le donne è un fenomeno drammaticamente diffuso, per questo serve un atto di responsabilità politica per portare a termine un percorso che potrebbe dare sostegno dal punto di vista legale e personale ai figli delle vittime”.