Sant’Agostino, Di Padova “Percorso utile, avanti con ascolto e confronto”

Modena

«L’abbiamo ripetuto spesso: il Sant’Agostino è la più grande sfida culturale modenese degli ultimi decenni e quanto abbiamo visto e ascoltato in negli ultimi giorni non ha fatto che rafforzare questa nostra convinzione. È anche, o forse soprattutto, attraverso questo progetto che possiamo iniziare ad immaginare e concretamente costruire quella città sostenibile, europea e intelligente, che vogliamo per la Modena del futuro.» Così la responsabile Cultura della Segreteria cittadina Federica Di Padova, consigliera comunale a Modena, interviene sul percorso di approfondimento che il Consiglio comunale sta portando avanti sul Sant’Agostino. Ecco la sua dichiarazione:

“Si è conclusa con la commissione congiunta di venerdì scorso la prima parte del percorso di approfondimento dedicato al progetto di recupero del complesso Sant’Agostino, fortemente voluto dal Partito democratico autore dell’ordine del giorno con il quale il Consiglio comunale di Modena ha dato avvio a questa serie di consultazioni. Un percorso che ci ha visti impegnati – come consiglieri comunali – in una serie di sopralluoghi e commissioni congiunte nei più importanti istituti culturali espositivi della nostra città, biblioteche, musei e archivi. Queste visite, che hanno riguardato sia le sedi generalmente aperte al pubblico che i depositi, hanno consentito di conoscere più approfonditamente la consistenza del patrimonio culturale diffuso modenese, sia di quello già destinato all’esposizione, sia di quello che attualmente non è esposto a causa soprattutto della mancanza di spazi adeguati, ma che, proprio con la nascita del nuovo polo Sant’Agostino dovrebbe trovare una più opportuna collocazione e quindi nuova vita. Se dunque ora il Consiglio comunale ha una visione più puntuale delle attuali esigenze degli istituti culturali modenesi, sarà altrettanto importante comprendere come quegli stessi istituti potranno convivere all’interno del Sant’Agostino: non semplici inquilini ma attori in costante sinergia. Il progetto che stiamo analizzando infatti non deve limitarsi alla semplice ristrutturazione di alcuni edifici del nostro centro storico, ma deve ridefinire un pezzo di città, che si delineerà attraverso la pedonalizzazione della piazza, il restauro dell’ex ospedale, il trasferimento della biblioteca Estense e Poletti e la riorganizzazione del Palazzo dei Musei. Attenzione all’urbanistica, certo, ma anche ai servizi a partire, per esempio, da un’offerta di mobilità all’altezza dei tempi e delle altre città europee, che riguardi prioritariamente la mobilità dolce, soprattutto per chi viene da fuori – turisti, ricercatori, studiosi – ai quali sarà necessario dare valide alternative all’auto privata. Molto dunque è stato fatto, in termini di analisi e approfondimento, ma abbiamo davanti ancora mesi faticosi. Proprio perché convinti della bontà del progetto, infatti, non possiamo rimandare una discussione approfondita e non interrogarci su quali saranno i servizi che questo nuovo Polo dovrà offrire e per quali funzioni si dovrà caratterizzare. Dobbiamo partire da un’analisi dei nuovi bisogni della nostra città e contestualmente delle caratteristiche dei nuovi poli culturali che si stanno configurando o si sono da poco configurati a Modena (S.Paolo ed ex Amcm) e le strutture dismesse (ex Caserme ed ex Poste). Infine bisognerà lavorare per mettere in relazione questo nuovo Polo – declinando un rapporto nuovo – con gli altri istituti culturali della nostra città (cinema, teatri, archivi, biblioteche e fondazioni culturali) ma anche con le eccellenza emiliano romagnole (penso alla Cineteca di Bologna), italiane e straniere: perché non perdano la loro storia e la loro identità ma lavorino in sinergia col nuovo progetto. L’abbiamo ripetuto spesso: il Sant’Agostino è la più grande sfida culturale modenese degli ultimi decenni e quanto abbiamo visto e ascoltato in negli ultimi giorni non ha fatto che rafforzare questa nostra convinzione. È anche, o forse soprattutto, attraverso questo progetto che possiamo iniziare ad immaginare e concretamente costruire quella città sostenibile, europea e intelligente, che vogliamo per la Modena del futuro.”

(fonte fotografia: santagostino.modena.it/sago/)