Povertà, Baruffi e Patriarca “Un cambio di passo fondamentale”

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Nel giorno in cui Istat ha diffuso i nuovi dati sulla povertà in Italia, la Camera ha approvato, in prima lettura, il disegno di legge delega sulla povertà che delega il Governo a emanare provvedimenti attuativi di contrasto alla povertà, tra cui il “reddito di inclusione”, misura basata sia su trattamenti economici che sull’azione della rete dei servizi sociali. Su questo provvedimento hanno lavorato a lungo, pur da punti di vista diversi, i deputati modenesi del Pd Davide Baruffi, componente della Commissione Lavoro, ed Edoardo Patriarca, componente della Commissione Affari sociali.

Annunciato fin dalla Legge di stabilità 2016, il disegno di legge delega sulla povertà rappresenta una novità assoluta per il nostro Paese. Per la prima volta l’Italia avrà infatti una misura nazionale, strutturale e universalistica contro il disagio sociale, in particolare la povertà assoluta, sostenuta da risorse ingenti, fino ad ora mai stanziate a questo scopo. La delega prevede la creazione di un “reddito di inclusione” di contrasto alla povertà assoluta, misura basata sia su trattamenti economici, sia sull’azione della rete dei servizi sociali. “Non più dunque una mera prestazione economica, come è stata la social card – spiegano i deputati modenesi del Pd Davide Baruffi ed Edoardo Patriarca – e neppure un’elargizione nazionale scollegata dalla rete dei servizi territoriali come spesso era accaduto: questa volta si è concepita una misura integrata di sostegno al reddito che sarà gestita dai Comuni su tutto il territorio nazionale”. E’ una misura universalistica, rivolta a tutte le persone e alle famiglie indigenti: naturalmente sarà un universalismo selettivo, basato cioé sulla “prova dei mezzi” derivante dall’applicazione dell’Isee, per esser certi che il sostegno arrivi a chi ne ha realmente bisogno. Le risorse stanziate sono ingenti e nuove: 600 milioni di euro in più per l’anno in corso e un miliardo di euro all’anno in più a partire dal 2017. “Giova chiarire – aggiunge Davide Baruffi – che non ci sarà alcun tipo di intervento sulle prestazioni previdenziali. Aveva fatto molto discutere nei mesi scorsi la possibilità che il Governo potesse intervenire su taluni istituti, quali la reversibilità, ma l’aspetto è stato definitivamente chiarito: la legge non contiene alcun intervento di razionalizzazione sulle prestazioni pensionistiche presenti o future”. Il ddl povertà è il frutto di un lavoro congiunto delle Commissioni Affari sociali e Lavoro. “Il mio impegno – spiega Edoardo Patriarca – si è concentrato soprattutto nei passaggi del provvedimento con cui si è cercato di rafforzare il coordinamento in materia dei servizi sociali, soprattutto a vantaggio della componente dei servizi alla persona, oltre che al necessario beneficio economico, sul rafforzamento del ruolo del Terzo settore nella co-progettazione territoriale con gli Enti locali e sul fatto che l’organismo di coordinamento presso il Ministero preveda la consultazione periodica delle parti sociali e del Terzo settore. Infine, doverosa una particolare attenzione alle famiglie con minori che secondo gli ultimi dati ISTAT sono le più minacciate dalla povertà”. Infine, altro aspetto importante, il Parlamento non consegna al Governo una delega generica, ma una delega rafforzata. “E’ stato approvato un emendamento a mia prima firma – conclude Baruffi – che impegna il Governo, nel caso non accogliesse in toto le osservazioni in materia del Parlamento, a rinviare i testi alle Camere motivando le ragioni dello scostamento. L’obiettivo è far sì che l’esito finale sia il più possibile coerente con la delega approvata dal Parlamento”.