Nella mattinata è stata presentata a Roma, presso Palazzo Montecitorio, la proposta di legge per il riconoscimento del ruolo e la valorizzazione dei caregiver familiari, ovvero di quelle persone che assistono i propri cari malati o disabili in maniera gratuita e non professionale. Una proposta di legge che parla modenese, a partire dal primo firmatario alla Camera che è il deputato Pd Edoardo Patriarca e dalle associazioni che hanno ispirato il provvedimento, Carer e Coop Anziani ma non solo di Carpi.
In Italia sono più di 3 milioni e 300mila le persone che, nel contesto familiare, si prendono cura con continuità di anziani, malati, disabili. Nel maggior parte sono donne, con famiglia e figli, con un età compresa tra i 45 e i 55 anni, che per prestare cure familiari, spesso, sono costrette a lasciare il lavoro. In mattinata, a Roma, è stata presentata, nel corso di un convegno ospitato presso la sala Aldo Moro di Palazzo Montecitorio, la proposta di legge sul “Riconoscimento di ruolo e valorizzazione del caregiver familiare” che, alla Camera, vede quale primo firmatario il deputato modenese del Pd Edoardo Patriarca. “Si tratta di un disegno di legge molto importante e atteso – spiega l’on. Patriarca – che abbiamo messo a punto con la collaborazione di due associazioni emiliane, Carer e Coop anziani e non solo. Tra l’altro, la nostra Regione è stata la prima Regione italiana a dotarsi di una specifica legge per il riconoscimento e il sostegno dei caregiver. La loro funzione sociale, infatti, è fondamentale. Occorre fare in modo, perciò, che possano contare su diritti e sostegno, a cominciare da quello alla possibilità di reinserimento nel mondo del lavoro, una volta che il lavoro di cura sia terminato”. Ricordiamo, infatti, che la funzione svolta dal caregiver familiare ha un forte impatto emotivo, relazionale, lavorativo (il 66% ha dovuto lasciare il lavoro), di salute (le persone che prestano lavoro di cura per oltre 50 ore settimanali hanno il doppio di probabilità di incorrere in problemi di salute) ed economici (non solo la perdita di reddito, ma anche spese sanitarie e assistenziali). “Una legge chiara in materia è ormai improcrastinabile, come già avvenuto in molti Paesi europei – conclude Edoardo Patriarca – Non solo per valorizzare la funzione sociale dell’opera prestata, ma affinché siano riconosciuti al caregiver familiare diritti quali l’informazione, la formazione, il sollievo e il supporto nelle emergenze, la valorizzazione delle competenze acquisite, forme di defiscalizzazione delle spese di cura e politiche di conciliazione”. Tra le novità introdotte con il disegno di legge c’è il riconoscimento delle competenze maturate dal caregiver familiare: l’esperienza maturata, infatti, potrà essere valutata sulla base di criteri stabiliti dalle Regioni per la formalizzazione e la certificazione delle competenze, così come, nel caso di caregiver ancora inseriti in percorsi scolastici, il riconoscimento delle competenze contribuisce a formare crediti formativi per le attività extrascolastiche. Infine, i permessi di cui alla legge 104 del 1992 sono estesi ai caregiver familiari assunti con ogni forma di contratto, sia subordinato che parasubordinato.