Bortolamasi e Di Padova “Ricordi Suruc la nuova sede Pd della città”

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“In un’Europa degli egoismi, dei nazionalismi e dei populismi, siamo convinti che quei giovani siano un faro e un esempio per tutti”: il segretario cittadino del Pd Andrea Bortolamasi e il segretario cittadino dei Gd Federica Di Padova annunciano la decisione di intitolare la nuova sede del Pd cittadino, in via Rainusso, alle giovani vittime dell’attentato dell’Isis nella cittadina turca di Suruc.

La nuova sede del Pd cittadino, una volta che sarà completato il trasloco degli uffici in via Rainusso, sarà intitolata alle giovani vittime dell’attentato avvenuto nella cittadina turca di Suruc. Nel centro culturale erano riuniti giovani attivisti socialisti pronti ad attraversare il confine con la Siria e aiutare nella ricostruzione di Kobane, la città simbolo della resistenza dei peshmerga contro lo Stato islamico del terrore, quando una giovane kamikaze dell’Isis si è fatta esplodere uccidendo 32 persone. Una strage che, al contrario di altre, sembra non aver ottenuto l’attenzione mediatica che, purtroppo, avrebbe meritato per l’assoluta barbarie con cui questi giovani, impegnati in politica, sono stati trucidati. “Questi ragazzi e ragazze rappresentano la parte migliore della politica – commenta il segretario cittadino del Pd Andrea Bortolamasi – fatta di militanza e passione quotidiana. Per questo motivo abbiamo deciso, su proposta del segretario Gd di Modena Federica Di Padova, di avviare le procedure per l’intitolazione della nuova sede del Pd di Modena proprio a loro. Perché vogliamo ricordare. Perché la politica è servizio. Perché le loro idee non sono morte”. “Quei ragazzi – racconta Federica di Padova – stavano partendo per ricostruire una biblioteca ed un centro giochi per bambini distrutti dall’Isis. “Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro l’inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire” ha scritto Marguerite Yourcenar. Questo volevano fare i giovani socialisti turchi, combattere la guerra e l’ignoranza con la forza dell’istruzione, della cultura e della conoscenza, che rimangono per noi le armi più importanti. Ad addolorarci ulteriormente – continua Federica Di Padova – la notizia della strage arriva nel giorno del terribile anniversario della strage di Utøya, dove persero la vita 69 giovani socialisti norvegesi che si erano riuniti per dialogare e confrontarsi. Nel sacrificio di questi giovani socialisti c’è il senso del nostro fare politica al servizio degli altri, c’è la generosità, c’è l’internazionalismo, la lotta contro le ingiustizie, contro gli integralismi e per i diritti dell’uomo. Per le libertà individuali. Gli occhi di quei ragazzi, immortalati dai selfie realizzati poco prima di essere barbaramente uccisi e che stanno rimbalzando sulla rete da ore, sono i nostri occhi, sono gli occhi dei giovani che vogliono cambiare il mondo, intrisi di allegria, di coraggio, di voglia di vivere. Occhi forse inconsapevoli fino in fondo dei pericoli che corrono, ma carichi di una bellezza che toglie il fiato. Ad avvolgere la strage però – conclude Federica Di Padova – c’è un assordante silenzio da parte dei media occidentali, che hanno implicitamente derubricato la storia di questi giovani a notizia di poca importanza. In un’Europa degli egoismi, dei nazionalismi e dei populismi, siamo convinti che quei giovani siano un faro e un esempio per tutti”.

(Fonte immagine: @Twitter/Madersahi Barajyikna)