“Civicamente Montese” sulla Casa protetta e il Centro disabili

Dai Circoli

Al posto di alimentare le paure e le preoccupazioni, il sindaco di Montese dovrebbe sedersi attorno a un tavolo assieme agli altri otto sindaci del Distretto e ragionare sulle possibili modalità di una gestione diretta della Casa protetta e del Centro disabili: il gruppo consiliare “Civicamente Montese” spiega per quale ragione ha deciso di votare no all’ordine del giorno del Consiglio comunale del paese di protesta contro la Legge regionale che chiede di individuare un’unica forma pubblica di gestione dei servizi sociali e socio-sanitari. Ecco la ricostruzione dell’intera vicenda da parte del gruppo consiliare “Civicamente Montese”:

«Dopo l’approvazione di un ordine del giorno da parte del Consiglio Comunale di Montese, di protesta per l’applicazione della legge regionale n. 12/2013 che prevede che, in ogni ambito distrettuale, venga individuata un’unica forma pubblica di gestione dei servizi sociali e socio-sanitari, stiamo assistendo al diffondersi in paese di un crescente allarme sul futuro delle strutture per anziani e disabili gestite dal Comune. Il sindaco non ha esitato a parlare di “esproprio”, di mancata tutela delle gestioni pubbliche che operano con efficacia ed efficienza, di tutela delle gestioni private inefficaci, di danno per i lavoratori e di impoverimento del territorio: scenari quanto mai preoccupanti e disastrosi se fossero veri. Noi vorremmo invece provare a tranquillizzare gli animi e a spiegare le ragioni del nostro, e unico, voto contrario all’ordine del giorno. Nel settembre 2010 (di fronte a una sala consiliare gremita dal personale delle due strutture) il sindaco propose, e il Consiglio comune deliberò, la costituzione di una azienda speciale comunale che potesse rispondere alle disposizioni previste dalla normativa regionale (gestione unitaria del servizio socio assistenziale e sanitario all’interno delle strutture) e ottenere quindi l’accreditamento prima transitorio fino a fine 2013 e poi definitivo dal gennaio 2014. Pur essendo passati tre anni della nuova azienda non v’è traccia alcuna. Non può essere colpa della nuova legge sopra richiamata che data luglio 2013; il sindaco ha dato lauti incarichi di consulenza e ha sempre sostenuto che era l’unica strada percorribile onde evitare la privatizzazione; ma nessun passo da allora è stato fatto. Nel merito vogliamo provare a dire che cosa chiediamo e pretendiamo da strutture che ospitano persone svantaggiate, fragili e deboli: che gli ospiti ricevano le cure e l’assistenza necessaria e qualificata nel rispetto della loro dignità e personalità, un servizio alberghiero decoroso, una retta adeguata; che il personale sia altamente qualificato e in numero sufficiente a garantire i parametri previsti dalla regione a garanzia degli anziani e dei disabili presenti; che quel personale sia garantito nel rispetto delle normative contrattuali e nei suoi diritti tutti esigendo, al contempo, massimo impegno e capacità professionale; che il Comune non subisca aumenti ingiustificati di costi a carico della collettività a fronte di invarianza di servizi. Siamo sicuri che se il gestore sarà l’ASP o l’Unione Terre di Castelli non vedremo scadere la qualità delle prestazioni; nessun costo aggiuntivo potrà gravare sul Comune essendo Enti già esistenti e strutturati (nessun nuovo “trombato” potrà quindi trovare posto). Si andrà a completare un processo che, peraltro e per fortuna, vede già le nostre strutture nella rete distrettuale avendo tutti i posti convenzionati (se così non fosse avremmo già chiuso da tempo perché gli ospiti di Montese presenti sono 25 alla casa protetta su un totale di 59 posti e uno al Melograno su 18 posti). Il sindaco, anziché, come al solito, arroccarsi sul piccolo feudo, fomentare e cavalcare la protesta a soli scopi elettorali vista l’imminenza della scadenza e quindi l’eventuale rielezione al 5° mandato consecutivo (alla faccia della rottamazione) farebbe bene a mettersi attorno ad un tavolo con gli altri otto sindaci del Distretto per verificare le condizioni di una possibile gestione diretta di entrambe le strutture».

photo credit: bass_nroll via photopin cc