Gestione rifiuti, il bene comune sarà sempre al primo posto

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Il mio editoriale su La Gazzetta di Modena di oggi per proseguire il dialogo iniziato dal direttore Enrico Grazioli domenica scorsa

Sulla questione termovalorizzatore, se non vogliamo dar vita a una partita a ping pong che potremmo protrarre all’infinito, serve dialogare con assoluta chiarezza e, se possibile, unitarietà d’orizzonte. Che, indipendentemente dalle posizione delle parti, a ben vedere si riduce sempre a uno solo: il bene comune. Noi siamo e saremo sempre dalla parte di Modena e dei suoi cittadini, lavorando per una comunità le cui scelte devono essere il risultato di una sintesi tra posizioni e interessi di decine di migliaia di persone diverse. Una sintesi non sempre facile. Ma una cosa deve essere depurata da qualsiasi dubbio: l’interesse di pochi non è e non sarà mai, in alcun modo, il nostro interesse. Chiarito senza ombre questo punto, che poi velatamente è quello che si teme quando il direttore Grazioli scrive della speranza che i “patti d’onore non scritti vengano rispettati se vogliamo che l’impianto di Modena non diventi un centro di smaltimento nazionale”, possiamo entrare nel merito delle scelte politiche. A partire dal fatto che quei patti, per ora non scritti anche se dichiarati, debbono invece diventare tali, ed essere messi, questa è la posizione del PD, ‘in sicurezza’: il termovalorizzatore modenese non accoglierà rifiuti da altre regioni.

Superato questo casus belli, occorre andare oltre sottolineando che tutti i dati a noi disponibili pongono la nostra provincia in linea con i più avanzati paesi europei e Modena tra le prime città, di analoghe dimensioni, in Italia. E’ proprio per coerenza con le scelte europee che sono state attuate politiche di investimento sulla differenziata, sulla chiusura delle discariche, da nove siamo passati a quattro, con percentuali di rifiuti in discarica ridotti dal 18% al 13%. E vogliamo arrivare in tempi brevi al 3%. A che punto siamo ? Certo si può e si deve fare ancora di più. Siamo impegnati anche nel capoluogo ad un ulteriore salto di qualità, con il pieno coinvolgimento dei cittadini, potenziando la raccolta differenziata coi sistemi più efficienti. Sistemi che già consentono in diversi comuni modenesi più piccoli di superare il 65% e raggiungere il 70%. Stiamo spingendo verso una effettiva integrazione nella gestione dei servizi locali, con una efficace pianificazione regionale, superando vecchi e controproducenti steccati.

La gestione del sistema a scala regionale e il superamento della logica strettamente locale consentono di collaborare con altri territori, di evitare la realizzazione della seconda linea e di contenere il ricorso al termovalorizzatore, che pure è più efficiente e sicuro. I rifiuti trattati saranno quindi sensibilmente inferiori a quanto già a suo tempo previsto e autorizzato. L’impianto accoglierà i flussi definiti da ATERSIR e dall’eliminazione del conferimento in discarica dei rifiuti tal quali della nostra provincia e la quota autorizzata di rifiuti speciali assimilati a quelli urbani. Altro che polo nazionale dello smaltimento! Infine, last but not least, è proprio per adeguarci ai criteri di efficienza previsti dalla UE per produrre energia che nella pianificazione a suo tempo adottata si è prevista la realizzazione di questo termovalorizzatore.

A questo proposito vorrei segnalare che il tema della sostenibilità ambientale va affrontato, almeno a livello prospettico, nella sua interezza, senza limitarsi a fare di una singola voce l’unico elemento indicativo del tutto. Che è notoriamente molto complesso. Ad esempio, di quanto si riuscirà a ridurre l’inquinamento ambientale potenziando la produzione di energia elettrica grazie al termovalorizzatore a fronte della riduzione di altre fonti energetiche decisamente più inquinanti ? Oppure vogliamo fare come chi si limita a bearsi di non avere centrali nucleari in Italia – fonte energetica alla quale sono assolutamente contrario, tanto per sedare subito qualsiasi dubbio in proposito – quando in Svizzera, Slovenia e in Francia ve ne sono diverse appena oltre il confine ? Ricordiamo che nel 2012 l’importazione di energia di origine nucleare da quei paesi era pari a quasi il 5% dell’intero fabbisogno nazionale. E vogliamo ancora parlare dell’inquinantissimo carbon fossile che copre il nostro fabbisogno ancora per quasi il 19% ? Insomma, siamo una società molto complessa, per la quale si richiede approvvigionamento energetico per fare economia e sviluppo nel quadro, però, di una sostenibilità ambientale sempre più avanzata. Diciamo fino all’obiettivo Emissioni zero. D’accordo anche su questo: non siamo certo per accontentarci della scelta di minor impatto attualmente, ma per continuare a potenziare le fonti rinnovabili meno impattanti in assoluto. La strada però, volendo far quadrare tutto, è ancora lunga. E lo sappiamo bene tutti.

Aggiungiamo un ulteriore elemento: per noi la politica non deve sostituirsi al ruolo proprio dei tecnici e degli amministratori di aziende, tale posizione è quanto mai contraddittoria soprattutto quando è sostenuta da chi non fa che chiedere alla politica “passi indietro”. Per noi la politica definisce strategie e indirizzi, attuati attraverso le funzioni delle istituzioni elettive e verifica, controllandoli, i risultati. Su questo, strategie e risultati, il PD si sente impegnato, ogni giorno. Nel consiglio di amministrazione di Hera, poi, vi sono componenti espressione dei soci pubblici, che insieme controllano la società. Non c’è conflitto di interessi, ma distinzione di ruoli, in un Paese segnato da questo grave vulnus in diversi ambiti, al fine di assicurare la buona gestione di uno straordinario patrimonio pubblico, che impegna migliaia di lavoratori, esercitando quindi l’attività di controllo sulle finalità collettive che attraverso l’azienda si perseguono. Anche attraverso il pieno esercizio di questa funzione, ferma la distinzione dei ruoli, potranno ed dovranno essere raggiunti indirizzi ed nuovi risultati vantaggiosi per la collettività, di cui ho scritto, rispetto al tema rifiuti.

Concludo riprendendo un altro passaggio dell’editoriale del Direttore, quello in cui auspica una città “in cui ognuno si renda corresponsabile e impegnato, con un gesto quotidiano, a migliorare la condizione ambientale in cui vive”. E qui il cerchio si chiude consentendomi di tornare all’incipit di questo mio breve intervento. Il Bene comune si raggiunge solo attraverso un Impegno comune. Non esistono altre vie. Così come non esistono “parti contrapposte” rispetto un simile obiettivo: al massimo ci possono essere, come è giusto e sano che sia, opinioni anche radicalmente diverse, possibilmente espresse con onestà intellettuale. Il Pd modenese è e sarà sempre aperto al confronto di merito, compresi i contributi critici, nella certezza che tutti, nessuno escluso, desideriamo “una città che abbia qualcosa per cui spendersi, individualmente e tutti insieme, per dimostrarsi all’altezza o meglio di altre città”.